Caso botulismo a Empoli, negativi gli esami sul pesto

Ora le analisi che sono state condotte dall’Istituto zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana che ha sede a Roma, hanno rivelato che nel vasetto campionato appartenente al lotto attenzionato dall’Azienda sanitaria, la tossina sospetta del Clostridium Botulinum, non era presente. Sul prodotto specifico consumato purtroppo non è stato possibile effettuare alcun campionamento in quanto il vasetto è stato buttato nei rifiuti dai due coniugi subito dopo il consumo

 
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Sono risultati negativi gli esami microbiologici condotti su uno dei vasetti di pesto di fiori di zucca che appartenevano allo stesso lotto di quello su cui si era concentrata l’attenzione del Dipartimento di prevenzione, area sicurezza alimentare, dopo che il prodotto al suo interno era stato consumato da una coppia di coniugi di Empoli poi ricoverata con una diagnosi di botulismo di origine alimentare. A commercializzare il vasetto era stata l’azienda agricola Signorini Maurizio di Santa Maria a Monte (Pisa). Erano meno di venti le confezioni che l’azienda agricola aveva messo in commercio dal 10 marzo scorso con scadenza 31/12/2018.

Ora le analisi che sono state condotte dall’Istituto zooprofilattico delle Regioni Lazio e Toscana che ha sede a Roma, hanno rivelato che nel vasetto campionato appartenente al lotto attenzionato dall’Azienda sanitaria, la tossina sospetta del Clostridium Botulinum, non era presente. Sul prodotto specifico consumato purtroppo non è stato possibile effettuare alcun campionamento in quanto il vasetto è stato buttato nei rifiuti dai due coniugi subito dopo il consumo.

Dopo che i medici avevano a lungo indagato sugli alimenti consumati dai pazienti, ponendo l’attenzione sul pesto di fiori di zucca, l’Azienda sanitaria aveva messo in atto tutte le procedure del caso per la tutela della salute pubblica, rendendo identificabile il lotto sospetto messo in commercio e invitando a non consumare e a consegnare il prodotto acquistato. L’Azienda sottolinea ancora che è buona regola generale non consumare alimenti i cui contenitori o coperchi presentino rigonfiamenti o quando si rivelino maleodoranti all’apertura.

Pubblicato il 23 aprile 2018

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