Cibo, bicicletta, tolleranza. Le tre cose che a Dario vengono in mente parlando del suo Erasmus in Olanda

Quello olandese è secondo me il popolo più tollerante (e più alto) del mondo: celebri sono le sue posizioni, ormai assodate, in materia di libertà di stampa, religione, uso delle droghe leggere, libertà sessuale, aborto, divorzio, eutanasia. Spero mi capitino altre occasioni di esperienze di studio e/o lavorative all'estero!

 ITALIANI ALL'ESTERO
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È il gennaio del 2014 quando ho deciso di presentare domanda per la borsa Erasmus che mi avrebbe consentito di trascorrere, a mia scelta, dai 3 ai 7 mesi all'estero per un tirocinio formativo nel mio ultimo anno di laurea magistrale in Ecotossicologia, a Siena. Difficile spiegare le ragioni di questa scelta, in fondo non avevo né bisogno di andarmene, né di "cambiare aria" o cose simili. Credo che più di tutto, sia stato spinto dalla curiosità di vivere in un Paese con abitudini, costumi e lingua diversi. Mi è stata data l'opportunità di scegliere il Paese dove fare il tirocinio e ho scelto l'Olanda, che in parte già conoscevo avendo amici olandesi che da anni vengono qui in Toscana a trascorrere le vacanze estive.

Così a fine aprile 2014 sono partito da Pisa per Eindoven, e da lì ho raggiunto la città dove ho vissuto e svolto la mia attività di tirocinio fino a inizio agosto: Wageningen, una cittadina di poco più di 30mila abitanti nel centro dell'olanda, famosa per la sede universitaria ad alta vocazione agricola e scientifica.

I primi giorni sono stati un mix di emozioni: ansia, euforia, adrenalina, curiosità e un po' di insicurezza, consapevole del fatto che sarebbero stati i primi tre mesi consecutivi lontano da casa, dai genitori, dai miei cani e dagli amici. L'alloggio che ho trovato è stato fantastico: casa nel centro città, nel pieno stile olandese a mattoncini rossi, composta da 16 coinquilini. C'erano due spagnoli, una tedesca, una lituana, il sottoscritto italiano e 12 olandesi. In un contesto perfettamente internazionale, credo che la convivenza con coinquilini stranieri sia stata indubbiamente il tratto più importante dell'intera esperienza: ho avuto la possibilità di confrontarmi con costumi e abitudini molto diverse dalle mie e nel contempo di conoscere persone che vivono lontane da me, ma con cui sono tuttora in contatto e che considero cari amici.
 


Perché l'Olanda? Mulini a vento, tulipani, canali e quartieri a luci rosse sono le immagini ormai stereotipate che descrivono una nazione che in realtà è in grado di offrire molto di più. Una nazione che, come ho già detto, avevo gi visitato in precedenza. Un paesaggio particolare, tipicamente piatto e verdeggiante, è la prima cosa che mi è saltata all'occhio. Le persone poi sono gentilissime, calde e accoglienti, con un atteggiamento a metà tra quello anglosassone e quello scandinavo. Tre sono i caratteri che più mi hanno colpito delle abitudini olandesi: cibo, bicicletta, tolleranza. In Olanda si mangia di tutto, dalla cucina messicana a quella indonesiana, da quella italiana a quella turca. L'unico problema è l'orario della cena (18.00 circa). Particolarmente buoni sono il pane, il burro e il latte olandesi.

 

 


La bicicletta rappresenta il principale mezzo di trasporto, ognuno ne possiede almeno una e viene utilizzata indiscriminatamente, sia sotto la neve con -10° che sotto il sole con 30°; grazie all'Olanda ho scoperto di adorare questo veicolo! Quello olandese, cosa che già sapevo e ora posso confermare, è secondo me il popolo più tollerante (e più alto) del mondo: celebri sono le sue posizioni, ormai assodate, in materia di libertà di stampa, religione, uso delle droghe leggere, libertà sessuale, aborto, divorzio, eutanasia. Sarà banale, ma non posso nascondere che quelli appena trascorsi siano stati i tre mesi più belli della mia vita, fiero e felice di averla vissuta: proficua sia in termini accademici, in quanto ho studiato contaminanti emergenti nel cibo, cosa molto interessante, sia in termini personali. Spero mi capitino altre occasioni di esperienze di studio e/o lavorative all'estero!

Dario Staccioli

Chiunque voglia contribuire e raccontare la sua storia può scrivere a redazione@valdelsa.net

Pubblicato il 6 ottobre 2014

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