Furti, fermata la banda che ha messo a ferro e fuoco la Val d'Elsa

Le indagini hanno documentato numerosi crimini predatori nelle zone del senese e dell’alta Toscana: oltre 150 tra sale di video-lotteria, bar e locali pubblici, con la sottrazione di slot machines e correlati cambia monete; circa 70 furti in abitazione e un centinaio di furti di veicoli che i malfattori utilizzavano per i loro spostamenti

 
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Sgominata una banda di cittadini di origine albanese specializzata in furti di vario genere ai danni di cittadini ed esercizi pubblici. Il 14 e 15 marzo i carabinieri di Siena hanno eseguito un decreto di fermo a carico di 10 cittadini albanesi, tutti irregolarmente domiciliati sul territorio nazionale, nelle province di Firenze, Prato e Siena. Un undicesimo componente delle banda è stato poi individuato in Albania. Le indagini hanno documentato numerosi crimini predatori nelle zone del senese e dell’alta Toscana: oltre 150 tra sale di video-lotteria, bar e locali pubblici, con la sottrazione di slot machines e correlati cambia monete; circa 70 furti in abitazione e un centinaio di furti di veicoli che i malfattori utilizzavano per i loro spostamenti. 

Recuperati numerosi beni provenienti dai furti tra oggetti, gioielli, contanti ed apparati elettronici per un valore di circa 90mila euro; la refurtiva è stata in parte restituita. Rinvenuti e sequestrati attrezzi da scasso ed un fucile a canne mozze con matricola abrasa e relativo munizionamento calibro 12. Furto pluriaggravato in concorso e continuato, porto d’armi illegali e ricettazione. Sono questi alcuni degli oltre 100 capi di imputazione contestati alla banda di cittadini albanesi sgominata dai carabinieri di Siena. Dieci dei componenti, di età compresa tra 20 e 38 anni sono stati arrestati mentre un membro è stato individuato in Albania e un altro è ricercato. Dei 10 malviventi, 6 sono domiciliati a Castelfiorentino, 2 a Prato, 1 a Monteroni d’Arbia 1 a Marradi. Proprio questi ultimi 2 sono risultati essere i fiancheggiatori che segnalavano alla banda gli obiettivi più sensibili da colpire. 

Da marzo 2015 a febbraio 2016 sono stati 300 i furti messi a segno tra esercizi commerciali, con la tecnica della spaccata, abitazioni, dove i malviventi rubavano auto da usare come ariete nei colpi anche in aziende agricole. A tradirli gli autovelox e i cellulari che li localizzavano sempre nelle zone dove venivano commessi i furti, oltre alle intercettazioni ambientali e i Gps che i carabinieri sono riusciti a posizionare nelle vetture rubate, anticipando le mosse dei malviventi. La banda agiva divisa in due gruppi che si ‘spartivano’ la Toscana con colpi nella zona nord nelle province di Firenze, Lucca e Prato e quella sud con colpi nel senese. A caratterizzarli l’uso oculato dei telefonini che venivano spenti al momento del colpo, il cambio frequente della scheda sim e furti che non duravano mai più di 2-3 minuti. “L’attività di indagine è stata svolta in poco tempo e in modo capillare, costante e certosina” ha dichiarato il procuratore capo della Repubblica di Siena Salvatore Vitello sottolineando l’operato dei carabinieri che, per salvaguardare l’incolumità pubblica sono anche riusciti a sottrarre ai malviventi il fucile a canne mozze di cui si erano dotati, recuperandolo di notte nel covo della banda impegnata a compiere un furto. I colpi si ripetevano anche più volte nel corso di una stessa notte prima nelle abitazioni e poi nei centri commerciali.

Fonte: ANSA

Pubblicato il 17 marzo 2016

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