Intervista a Giuseppe Fontani, un vulcano di idee in giro per il mondo

«Credo che ogni persona che incontriamo possa essere fonte d'ispirazione e aiutare a costruire il proprio carattere e il proprio successo. Sono ancora in ottimi rapporti con Simonetta Barbieri, mio primo Direttore Marketing, la quale mi ha insegnato a credere in me, nelle mie capacità e a non aver paura di osare. Indubbiamente devo molto a Oliver Frielingdsorf e Anna Fendi per aver dato una svolta significativa alla mia carriera e alla mia crescita. Recentemente ho incontrato un giovane brillante professionista, Ottone Puopolo, il quale mi ha dato la voglia di intraprendere una nuova sfida»

 ITALIANI ALL'ESTERO
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Il periodo storico in cui viviamo ci ripropone spesso le problematiche dei nostri giovani e del loro futuro in considerazione delle incertezze, alimentate dal nostro sistema economico attuale. Capita che in virtù di tali incertezze si parli sempre più spesso di cervelli in fuga o come dicono gli inglesi "human capital flight". Sono i migliori laureati italiani che lasciano la propria città e la famiglia per cercare di farsi strada in un Paese straniero. E' il caso di Giuseppe Fontani, poggibonsese che dopo essersi laureato nel 2001 a pieni voti in Economia dell'Innovazione presso la Bocconi di Milano, ha maturato un'esperienza decennale in ambito di Marketing e Organizzazione lavorando per grandi multinazionali. 

Dal 2010 svolge attività di consulenza di Marketing, Strategia e Organizzazione nel settore Moda, Bellezza e Ospitalità. Dal 2011 segue progetti in tutto il mondo per Anna Fendi, e contemporaneamente in Cina per il Marchio Cova Montenapolene, e nel 2016 inizia a collaborare con Renato Balestra. Nel 2017 fonda la Gokto Consulting con Ottone Puopolo specializzata in start up del mondo della ristorazione e dell'ospitalità. Attualmente Giuseppe Fontani è anche  Direttore dell'esclusivo Club privato La Macchia di Capalbio, oltre a lavorare per la televisione Svizzera e per la rivista Ticino Management Donna. In tutto questo articolato percorso professionale ha collaborato con la Scala e il Comune di Milano, Malpensa Fiere, Camera di Commercio di Verona e Varese,e il Casinò di Campione d'Italia. Ultimo piccolo dettaglio: parla sei lingue oltre l'italiano. 

Comincio a sospettare di avere davanti un attempato Manager travestito da giovane uomo d'affari e gli pongo la prima domanda: Giuseppe, ma quanti anni hai?
«Trentanove anni», mi risponde con un sorriso accattivante che tradisce chiaramente la sua età.

Quale è stata la tua formazione prima di entrare nel mondo del lavoro?
«Dopo gli studi classici, ho deciso di trasferirmi a Milano e di completare la mia formazione studiando Economia, con un taglio micro e macro economico. Nel 2001 mi sono laureato in Economia dell'Innovazione, con una tesi sulle somiglianze tra l'e-commerce e il distretto industriale, dal titolo "Ho sognato una farfalla. Saprà il mondo virtuale riscattare quello reale". Durante gli studi ho cercato di arricchire il mio bagaglio culturale studiando le lingue straniere e facendo esperienze all'estero. La mia permanenza negli USA ha dato il giusto inizio alla mia carriera lavorativa. Parte importante della mia formazione è stato il Teatro Classico e la fiducia e le opportunità che Sandro Biotti, mio professore di Latino e Greco, mi ha offerto. Purtroppo o per fortuna, non so, sono dicotomico: la mia parte creativa non potrebbe sopravvivere senza quella quadrata e calcolatrice e viceversa».

Quando e perché hai sentito il bisogno di lasciare la tua città e la famiglia per cercare la tua strada altrove?
«Non è stato un bisogno, ma una naturale evoluzione. Devo ringraziare mia madre, la quale ha sempre creduto in me e mi ha spinto a non accontentarmi e a sperimentare, e mio padre per essere sempre stato un esempio di disciplina e organizzazione. Milano mi ha aperto la mente e gli orizzonti. Gli Stati Uniti mi hanno dato la giusta carica per partire e intraprendere la carriera che volevo. La Svizzera è stato il Paese che ha permesso di consacrare i miei sforzi e di dare vita alle mie idee».

Quali sono stati gli incontri fortunati che ti hanno aperto la porta del successo?
«Credo che ogni persona che incontriamo possa essere fonte d'ispirazione e aiutare a costruire il proprio carattere e il proprio successo. Sono ancora in ottimi rapporti con Simonetta Barbieri, mio primo Direttore Marketing, la quale mi ha insegnato a credere in me, nelle mie capacità e a non aver paura di osare. Indubbiamente devo molto a Oliver Frielingdsorf e Anna Fendi per aver dato una svolta significativa alla mia carriera e alla mia crescita. Recentemente ho incontrato un giovane brillante professionista, Ottone Puopolo, il quale mi ha dato la voglia di intraprendere una nuova sfida e di far crescere una cosa mia. Assieme abbiamo fatto nascere la Gokto Consulting. Gokto oltre ad essere formato da G e Okto, i nostri diminutivi, è anche un piccolissimo aeroporto della Papua Nuova Guinea e sintetizza perfettamente la nostra visione: decollare piccoli per spiccare il volo e arrivare sempre più in alto. Non posso non citare Ilaria Suss, eccezionale coreografa dei miei spettacoli e grande amica con la quale abbiamo intrapreso la follia di Be Italian».

La tua versatilità ti ha offerto varie occasioni di lavoro. In quale ambito ti senti più a tuo agio e quale ami di più?
«Mi sono creato il lavoro che faccio a misura e somiglianza. Mi piace spaziare, seguire progetti molto diversi tra loro, raccogliere sfide, raggiungere obiettivi. Adoro lavorare sotto stress e con carichi di adrenalina notevoli. Tutto ciò che riguarda l'estetica mi affascina, come il mondo dello spettacolo, quello della Moda e quello dell'Ospitalità. Sono un inguaribile entusiasta che non riesce a lavorare se non sente la passione. Ogni progetto che seguo è come un figlio da far crescere: tanta fatica, tanto amore».

Fra le esperienze che hai vissuto in questi anni quali reputi la più importante dal punto di vista professionale... e dal punto di vista umano?
«Senza togliere niente alle tantissime esperienze ed avventure che la vita mi ha regalato, ci sono due esperienze che mi hanno positivamente segnato sia da un punto di vista professionale che personale: Cina - formare e lavorare con un gruppo di 50 cinesi che non parlavano una parola d'inglese. Paraguay - lavorare con un cast artistico e tecnico locale per la messa in scena del primo musical nella storia del paese, Be Italian. Confrontarsi con culture tanto diverse, capire la psicologia delle persone, vivere i piccoli traguardi attraverso gli occhi di queste persone che si illuminano come se avessero fatto la cosa più importante della loro vita, ti dà una soddisfazione che non ha pari».

In quali Paesi hai avuto occasione di lavorare e che esperienza ti sei portato a casa?
«Ho avuto la fortuna di lavorare in tantissimi paesi del mondo: Canada, USA, Colombia, Brasile, Paraguay, Argentina, quasi tutta l'Europa, Cina, Giappone, Malesia, Australia, Sud Africa. Ogni viaggio è stato un piccolo bottino che mi sono portato via. Le persone, il cibo, l'arte, i colori di ogni paese sono per me fonte di grande ispirazione. La bellezza del creato è talmente incredibile che alcune volte, guardando fuori dal finestrino dell'aereo, mi commuovo». 

Sei soddisfatto del livello professionale raggiunto in così breve tempo?
«Sono soddisfatto delle belle esperienze come delle brutte. Ho ancora tanto da fare, tanti traguardi da raggiungere e tante sfide da affrontare. Vorrei continuare a lavorare con lo stesso entusiasmo e poter spaziare in più campi, incontrare persone interessanti ed essere sempre un bravo professionista e una buona persona».

Che progetti hai per il futuro?
«Sto seguendo l'apertura di una guesthouse di lusso a Roma, di un club privato a Zurigo, la stesura di un libro biografico su Anna Fendi con una persona straordinaria a Londra, Harriet Anstruther, e continua l'avventura di Be Italian - spettacolo musicale fatto per il mercato estero. Nel cassetto ovviamente ho tantissimi altri progetti che non aspettano altro che uscire ed essere realizzati!».

Che dire, il curriculum di Giuseppe parla da solo ed io stessa, che l'ho conosciuto a New York come organizzatore della tournèe americana di "Pinocchio il grande Musical", musicato dai Pooh, non credevo che il suo bagaglio professionale fosse già tanto ricco di esperienze importanti. Ma queste rappresentano solo l'inizio del viaggio, rispetto ai tanti traguardi ancora da raggiungere che lui stesso si augura e che noi gli auguriamo di cuore.

Antonella Lomonaco

Pubblicato il 20 novembre 2017

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