Mostro di Firenze: archiviata l'inchiesta sulla morte sospetta del medico Narducci

Resta irrisolto l'ennesimo giallo sull'inquietante storia di cronaca del Mostro di Firenze. Il gip di Perugia ha infatti archiviato l'inchiesta per omicidio sulla morte di Francesco Narducci, il medico perugino sparito l'8 ottobre 1985 durante un giro in barca sul Trasimeno e il cui cadavere venne trovato cinque giorni dopo

 
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Resta irrisolto l'ennesimo giallo sull'inquietante storia di cronaca del Mostro di Firenze. Il gip di Perugia ha infatti archiviato l'inchiesta per omicidio sulla morte di Francesco Narducci, il medico perugino sparito l'8 ottobre 1985 durante un giro in barca sul Trasimeno e il cui cadavere venne trovato cinque giorni dopo.

Nell'indagine erano coinvolti il giornalista Mario Spezi, l'ex farmacista di San Casciano Francesco Calamandrei, accusato di essere il mandante di alcuni dei delitti del mostro di Firenze, e due pregiudicati. Fu parte del contenuto di una telefonata messa a disposizione degli inquirenti da una donna di Foligno a spingere il pubblico ministero di Perugia, Giuliano Mignini, a riaprire, nel 2001, l'inchiesta sulla morte di Narducci, un mistero che resta irrisolto e che alcune ipotesi investigative hanno messo in relazione al caso del 'mostro di Firenze'.

Narducci era sparito durante un giro in barca sul lago Trasimeno l'8 ottobre 1985. Il suo corpo venne ritrovato il 13 ottobre, ma sul cadavere non venne disposta l'autopsia e la morte fu archiviata come annegamento. Nel 2001, però, a 16 anni dalla scomparsa del medico, l'inchiesta sulla sua morte venne riaperta a seguito di una intercettazione telefonica tra alcuni usurai e una loro vittima. La minaccia, contenuta nella telefonata, parlava della ''fine del medico perugino morto al Lago Trasimeno'' e convinse il pm Mignini e l'ex capo della Squadra mobile di Firenze, Michele Giuttari, a ricominciare le indagini a 16 anni dalla scomparsa del gastroenterologo.

La famiglia e i legali di Narducci hanno sempre sostenuto la tesi della disgrazia o al massimo del suicidio. Secondo gli investigatori, invece, le cose sarebbero andate diversamente. In base a ricostruzioni e testimonianze, il corpo ripescato nel Trasimeno quella mattina del 13 ottobre non sarebbe stato quello del medico scomparso.Qualcuno poi avrebbe coperto la vicenda del ''doppio cadavere'' facendo in modo che il vero corpo di Francesco Narducci fosse inserito nella sua bara durante il tragitto del feretro tra il lago Trasimeno e Perugia.

Secondo le procure di Firenze e di Perugia, Narducci sarebbe venuto a conoscenza dei segreti della setta esoterica che ordinava ai ''compagni di merende'' Pacciani, Vanni e Lotti le uccisioni delle coppiette in Toscana. E questo avrebbe decretato la sua condanna a morte.

Come direbbe il famoso conduttore televisivo e scrittore noir Carlo Lucarelli, il mistero s'infittisce...

Valentina Rabazzi

Pubblicato il 9 giugno 2009

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