Sabato in piazza ad Empoli per Afrin, al fianco della resistenza curda

Il 24 febbraio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha unanimemente adottato una risoluzione per una tregua in tutta la Siria. Ciò ha offerto un barlume di speranza per evitare altri massacri di civili. Nonostante questo, resta innegabile il silenzio seguito all'intensificazione degli attacchi turchi. L'esercito Arabo Siriano ha scelto di evitare ogni confronto diretto che potrebbe opporsi ai piani di Erdogan e di abbandonare le forze siriane democratiche

 
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Sabato 24 marzo è la giornata mondiale di mobilitazione per Afrin, per dimostrare solidarietà al territorio collocato nella parte occidentale della Federazione Democratica della Siria del Nord e bombardato senza pietà. Per manifestare contro l'esercito turco, che sta conducendo l’attacco servendosi di milizie jihadiste, è indetto a Empoli un presidio. L'appuntametno è per sabato 24 marzo 2018, alle 16.30, in Piazza della VittoriaArci Empolese Valdelsa e Anpi Empoli, rispondendo alla richiesta di unirsi in una giornata di azioni e solidarietà globale, esortano soci, cittadini, associazioni, partiti e istituzioni a partecipare al #worldAfrinday. 

Recep Tayyip Erdogan, ha dichiarato pubblicamente che, attraverso questa invasione ai danni di un territorio autonomo all’interno di una nazione sovrana, si augura di “restituire Afrin ai suoi veri proprietari”. Dietro questa messinscena, si sta effettivamente portando avanti una pulizia etnica e un genocidio ai danni del popolo Curdo e di altre minoranze che vivono ad Afrin da tempo immemore. La comunità internazionale sta chiudendo gli occhi di fronte alle continue richieste di aiuto che arrivano da Afrin. Il 24 febbraio, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha unanimemente adottato una risoluzione per una tregua in tutta la Siria. Ciò ha offerto un barlume di speranza per evitare altri massacri di civili. Nonostante questo, resta innegabile il silenzio seguìto all’intensificazione degli attacchi turchi. L’esercito Arabo Siriano ha scelto di evitare ogni confronto diretto che potrebbe opporsi ai piani di Erdogan e di abbandonare le forze siriane democratiche. La sua dipendenza dalla Russia e la sua ostilità nei confronti della Federazione Democratica della Siria del Nord sta permettendo alle forze jihadiste neo-ottomane di occupare Afrin. Le forze di occupazione sono ai cancelli della città. Una città che offre riparo non solo ai suoi abitanti, ma a molti rifugiati che hanno lasciato i propri villaggi dopo la distruzione causata dai bombardamenti turchi. Oltre ai bombardamenti massicci, sono stati registrati attacchi chimici contro i civili, in particolare con cloro gassoso. Anche le infrastrutture vitali alla sopravvivenza della popolazione civile sono state volutamente attaccate. L’assedio continua e la popolazione va incontro ad un massacro imminente. Ieri si trattava dell’ISIS a Kobane, oggi dello stato turco ad Afrin.

Anche il Csa Intifada/Comunità in Resistenza e Cobas Empoli-Valdelsa saranno in piazza per Afrin, al fianco della resistenza curda, per difendere la rivoluzione delle donne, per il Confederalismo democratico e l'esperienza del Rojava.

Pubblicato il 23 marzo 2018

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