Se ne è andato Simone Del Zanna, il bassista dei Symbiosi

Ricordarlo solo come "il bassista dei Symbiosi" è certamente riduttivo. E' stato molto di più Simone del Zanna, scomparso oggi 2 dicembre 2015. E' stato molto di più per i familiari, per le persone che lo hanno incontrato per caso o hanno condiviso con lui una delle sue tante passioni. La musica, gli amici, la Bandao... Una persona vivace e generosa, come si legge dai tanti post che subito hanno riempito il suo profilo Facebook. Una persona gentile con il prossimo ma anche con la comunità (è doveroso ricordare il Fondo Del Zanna, donato alla Biblioteca Comunale di Poggibonsi)

 
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Ricordarlo solo come "il bassista dei Symbiosi" è certamente riduttivo. E' stato molto di più Simone del Zanna, scomparso oggi 2 dicembre 2015. E' stato molto di più per i familiari, per le persone che lo hanno incontrato per caso o hanno condiviso con lui una delle sue tante passioni. La musica, gli amici, la Bandao... Una persona vivace e generosa, come si legge dai tanti post che subito hanno riempito il suo profilo Facebook. Una persona gentile con il prossimo ma anche con la comunità (è doveroso ricordare il Fondo Del Zanna, donato alla Biblioteca Comunale di Poggibonsi).

Di seguito, riportiamo il post che David Taddei, il cantante dei Symbiosi, ha scritto su Facebook per ricordarlo:

"Simone ci ha lasciato. Come purtroppo accade spesso, sono sempre i migliori ad andarsene per primi. Era un “migliore” anticonvenzionale. I suoi interessi primari non erano la carriera e i soldi, erano una vita semplice ma indipendente, suonare, stare con gli amici, la sua famiglia e poi ancora suonare. 
Veniva dalla generazione di “quelli contro” che dopo un po’ di anni ad essere contro capiscono che è meglio ritagliarsi la propria nicchia di affetti e di interessi, il proprio spazio vitale e lasciare perdere tutto il resto che tanto alla gente la società “usa e getta”, alla fine, piace più di ogni cosa.
Al liceo fa il suo incontro sonoro con il punk. Passa direttamente da Renato Zero ai Sex Pistols, dai pantaloni a zampa d’elefante al “chiodo&anfibi”. 
Fonda con altri amici uno dei primi gruppi punk della Toscana “I fiori dell’immondizia”. Band poco conosciuta perché in quel periodo registrare era molto più complesso e Internet sarebbe arrivato 15 anni dopo. Ma era gruppo storico, ancora ricordato e ricco di talento.
Lui suona il basso elettrico, all’inizio così così, poi sempre meglio. Non ricordo più se suonò o doveva suonare con un’altra band punk toscana “La Stazione Suicida”.
Qualche tempo dopo, ricordando i suoi trascorsi e la nostra vecchia amicizia liceale, arriva ai Symbiosi per sostituire il primo bassista Rossano Ciampalini. Si sente la provenienza diversa e il suono cambia un po’. Si diverte a suonare con noi, ma il punk resta e resterà sempre il suo primo e vero amore. Se ci fate caso qua e là si sente nel suo modo di interpretare il basso.
Viene con noi nella seconda mini tournee in Germania e ci divertiamo un sacco, pur incappando in qualche piccola disavventura. Da allora è sempre stato uno di noi. 
Suona in Fabbrika e dopo lo scioglimento del gruppo, mi propone di cantare in un nuovo gruppo con musicisti di diverse provenienze. Essendo figlio di farmacisti il gruppo lo chiama “VivinC”. Facciamo un unico contest in provincia di Siena e dopo un’esebizione non proprio memorabile (per colpa mia) mi viene la brillante idea di chiudere la performance polemizzando con gli organizzatori e la giuria perché invece di promuovere la competizione dovrebbero imparare a promuovere la collaborazione fra band. Finisce con una mezza rissa e anche l’esperienza dei VivinC.
Passa qualche anno e Simo cambia genere e strumento pur rimanendo nella sezione ritmica. Siamo nel 1995 e fonda insieme ad altri amici Bandão, orchestra di percussioni nata dalla passione di un gruppo di persone amanti della Samba e dei ritmi brasiliani. Cominciata quasi per gioco, oggi Bandão è una realtà musicale e sociale importante dove tante persone confluiscono per condividere esperienze musicali e di vita. 
Nel 2010, alcuni amici ci convincono a far rivivere i Symbiosi e Simo tira fuori il basso elettrico dalla cantina. Non lo suonava più da allora e il vecchio basso non suona proprio più, nonostante vari tentativi di riparazioni. Anzi, suona talvolta e non si capisce perché. A Torino, dopo l’ennesima buca dello strumento, Simo si convince a lasciare il suo vecchio basso. L’ultimo concerto è quello di Milano alla Dark Night dell’Ex Voto, il 18 ottobre dello scorso anno. 
Dovevamo suonare anche il 20 settembre di quest’anno proprio alla festa dei venti anni di Bandao. Era un omaggio alle tante anime di Simo, perché i Symbiosi con la Samba proprio non c’azzeccano niente. A fine agosto ci dice che lui non può venire perché deve operarsi ma che possiamo trovare un altro bassista. Decidiamo di non farne di niente perché senza di lui non avrebbe avuto senso. Sembrava una cosa superabile e a parte qualche cattivo pensiero, pensavamo di ritrovarci ancora. Sono andato a trovarlo l’ultima volta lunedì in ospedale. Un po’ provato ma più loquace del solito. Ci siamo fumati una bella sigaretta insieme e l’ho salutato promettendo che sarei tornato presto.
Scrivo tutto questo per coloro che non hanno avuto il privilegio di conoscerlo bene. 
Quando uno muore si dice sempre che era buono e mite, lui era così anche in vita forse perfino troppo, se ci può essere un troppo.
Sapeva godere delle cose semplici e vere, talvolta ho pensato che avesse scelto un modo di vivere troppo estremo, troppo rinchiuso nella bolla vitale. Col tempo ho cominciato a pensare che forse quello che sbaglia sono io che mi sbatto e mi affanno per mantenere un certo stile di vita. In fondo oggi ci siamo e domani non si sa, vivere sereni con i propri cari facendo le cose che ci piacciono con semplicità e senza bramosie penso sia segno di saggezza e il modo più intelligente di trascorrere questo periodo terreno.
Come ho scritto nel suo profilo, non sono e lui non era credente. Però se esiste un posto dove vanno i giusti lui ci guarderà sicuramente da lì.
David"

Pubblicato il 2 dicembre 2015

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