Spiegare cos’è la meningite e i recenti dati del valdelsano senese. Intervista alla dott.ssa Alessandra Bagnoli
La dottoressa Alessandra Bagnoli responsabile per le vaccinazioni dell’USL Toscana Sud Est: «La vaccinazione è l’unica misura di prevenzione che abbiamo nei confronti delle meningiti meningococciche, soprattutto i ragazzi dagli 11 ai 20 anni dovrebbero cercare di vaccinarsi in tutti i modi e la possibilità c’è ed è a portata di mano!»
Per approfondire ancora una volta l’argomento e per analizzare e specificare gli ultimi accadimenti della Val d’Elsa, la dottoressa Alessandra Bagnoli responsabile per le vaccinazioni dell’USL Toscana Sud Est ci ha illustrato dati e i risultati aggiornati. Siamo partiti dai casi nel nostro territorio e dalla spiegazione della meningite a livello generale per arrivare a chiarire e a distinguere il fenomeno nella nostra zona e cos’è successo.
Può darci un approfondimento sul tema meningite, che cos’è? E che tipi ci sono?
«Le meningiti a livello generale sono di due tipi: batteriche e virali. Quelle che “ci fanno più paura” sono le meningiti di tipo batterico e più precisamente quella che ha destato particolarmente allarme, è la meningite da Meningococco. Esistono cinque ceppi di meningococco: A; B; C; W135 Y. Quelli che circolano più frequentemente Italia e in Europa sono B e C , quella di tipo A circola maggiormente in Africa e quelle di tipo W e Y negli Stati Uniti. Questi due ceppi B e C si sono alternati nel corso degli anni sempre con una prevalenza del tipo B, invece ultimamente abbiamo assistito ad una prevalenza del ceppo C (non solo in Italia ma in tutta Europa). In Toscana infatti dal 2015 abbiamo avuto un netto aumento del numero di casi da meningococco di ceppo C , mentre il numero dei casi da meningococco di ceppo B rientra nella normale incidenza annuale».
Focalizzandoci a livello locale (nel Valdelsano senese), che casi ci sono stati e di che tipi di meningite si trattava?
«Fortunatamente non abbiamo avuto nessun caso di tipo C. Il caso più recente di Colle di Val d’Elsa era una meningite da ceppo B, che come sopra ricordato rientra nella normalità dell’incidenza dei casi. A seguito della segnalazione del caso sono state immediatamente adottate tutte le misure di profilassi necessarie a contenere la diffusione della patologia, sottoponendo a profilassi antibiotica e vaccinazione i contatti stretti del paziente. Il caso si è risolto positivamente e non c’è stato nessun caso secondario derivante da quello».
A livello di vaccini per la meningite di tipo C, ci sono stati molti aumenti in Val d’Elsa?
«Innanzitutto la regione Toscana in primis dall’inizio di questi casi ha fatto una grossa campagna di sensibilizzazione per le vaccinazioni( iniziata a Aprile 2015- prorogata fino a Giugno 2017), alla quale partecipano sia le strutture aziendali sia i MMG e i PLS che hanno contribuito in modo sostansiale a vaccinare i propri assistiti e ai quali va un particolare ringraziamento per la collaborazione dimostrata.In Val d’Elsa(sempre Valdelsano senese) le vaccinazioni fino a oggi sono ad un ottimo livello, ecco i dati dal 30 Dicembre 2016:
- Età dagli 11 ai 20 anni: 3.800 vaccinati
- Età dai 20 ai 45 anni: 3.725 vaccinati
- over 45 anni: intorno ai 1.000 vaccinati
Si ricorda che anche in Val d’Elsa, le persone che sono a lavoro in modo sistematico nel nostro territorio,sebbene siano residenti in altre regioni, possono rientrare tranquillamente nella campagna di vaccinazione».
Infine una domanda più personale, lei consiglia dunque di vaccinarsi di questi tempi?
«Assolutamente sì! È l’unica misura di prevenzione che abbiamo nei confronti delle meningiti meningococciche, soprattutto i ragazzi dagli 11 ai 20 anni dovrebbero cercare di vaccinarsi in tutti i modi e la possibilità c’è ed è a portata di mano!».
Carlo Busini
Pubblicato il 7 febbraio 2017