'Addio alla Provincia Rossa': incontro della Società Storica alla biblioteca di Colle

Mario Caciagli, politologo di fama internazionale e professore emerito dell'Università di Firenze, ha studiato la subcultura rossa per decenni. Ne parla nel suo ultimo libro

 
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Una caratteristica distintiva di molte aree della Toscana nel secondo dopoguerra – e fra queste la Valdelsa – è stata la cosiddetta subcultura politica “rossa”. Un consenso di massa ai partiti della sinistra (e del PCI in modo particolare), maturato dopo la Resistenza e la  Liberazione: che ha significato non solo risultati elettorali con maggioranze schiaccianti, ma anche la diffusione di specifiche pratiche sociali e culturali, e di peculiari forme di aggregazione comunitaria. Una cultura che, malgrado i suoi contenuti “rivoluzionari”, è entrata perfettamente in consonanza con il modello  di sviluppo economico di queste aree, basato sulla dissoluzione della mezzadria e sullo sviluppo di una piccola industria diffusa aggregata in “distretti”.

Mario Caciagli, politologo di fama internazionale e professore emerito dell’Università di Firenze, ha studiato intensivamente la subcultura rossa per decenni, concentrandosi soprattutto sul distretto del cuoio. Ne ha documentato l’evoluzione, le tensioni interne,  le dimensioni quantitative così come la varietà di istituzioni sociali che ad essa hanno fatto da “corona” (oltre al partito il sindacato, le case del popolo, le associazioni del tempo libero come ARCI e UISP,  le Feste dell’Unità, etc.). Ha studiato inoltre i modi in cui la subcultura si è incorporata nel territorio - nella toponomastica, ad esempio, nei monumenti e nei luoghi della memoria, in miti,  simboli e sistemi di valori.

Ne ha studiato, infine, il tramonto. Le sue basi istituzionali e culturali sono naturalmente venute meno dopo la fine della prima repubblica e delle esperienze del socialismo reale. Tuttavia alcuni aspetti hanno mantenuto una certa vitalità, e il consenso massiccio alla sinistra è rimasto fino a oggi una caratteristica di aree cospicue della Regione. Fino ad oggi: perché ormai da qualche anno, e in particolare con le elezioni dello scorso 4 marzo, questa tradizione politico-culturale sembra definitivamente esaurita. Sembrano superati i suoi linguaggi, i suoi simboli, le forme di socialità e di “impegno” pubblico che implicava. È davvero così definitivo questo passaggio? E quale cultura  politica – se ce n’è una – è subentrata nella Valdelsa, nel comprensorio del cuoio, e nell’intera Toscana di oggi?

Mario Caciagli ha riassunto la sua prolungata ricerca in un volume, uscito presso l’editore Carocci nel 2017, dal suggestivo titolo Addio alla provincia rossa. Origini, apogeo e declino di una cultura politica.  Per iniziativa della Società Storica della Valdelsa, sarà possibile discuterne con l’autore il prossimo sabato 14 aprile alle ore 16.30 a Colle Val d’Elsa, presso la Biblioteca Comunale (via di Spugna, 78). Al dibattito prenderanno parte anche Antonio Floridia (dirigente dell’Osservatorio elettorale della Regione Toscana) e Severino Saccardi (direttore della rivista Testimonianze).  Si tratterà di un dibattito importante non solo per ragioni storiche o accademiche: ma perché, crediamo, partire da queste riflessioni è l’unico modo per  comprendere i mutamenti drastici del mondo e dell’esperienza di partecipazione politica  che ci affannano in questi complicati anni.    

Pubblicato il 13 aprile 2018

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