'Lo sfregio' è il titolo del ''no alla violenza contro le donne'' diventato mostra agli Uffizi

Il dialogo tra passato e presente: la crudeltà senza tempo in mostra contro la violenza sulle donne da Gian Lorenzo Bernini fino ad arrivare agli scatti contemporanei di Ilaria Sagaria

 FIRENZE
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‘Lo sfregio’  è il titolo del “ no alla violenza contro le donne” diventato mostra agli Uffizi di Firenze, e visitabile fino al 19 dicembre 2021 al secondo piano, ingresso dal terzo corridoio. La mostra è inclusa nel biglietto del museo e rispetta i consueti orari di apertura.

Lo straordinario busto di Costanza Piccolomini Bonarelli, scolpito nel marmo da Gian Lorenzo Bernini per omaggiare l’amata, poi deturpata al volto in un accesso di gelosia, e gli scatti contemporanei di Ilaria Sagaria dedicati alle donne sfigurate con l’acido, dal volto invisibile, bendato, protagoniste del ciclo Il dolore non è un privilegio.

Ma in quanti conoscono la storia di Costanza Piccolomini Bonucelli ?

Costanza Bonarelli, nota anche come Costanza Bonucelli o Costanza Piccolomini Bonucelli è stata una nobildonna e mercante italiana proveniente dalla famiglia nobile senese, celebre per essere stata ritratta da Gianlorenzo Bernini scolpito nel marmo tra il 1636 e il 1638.

Quando i due s'incontrarono, Costanza era una donna sposata di 22 anni, Bernini uno scapolo di trentotto. Il Ritratto del Bargello, in cui lo scultore di cardinali e papi immortala la sua amante nel marmo, potrebbe essere stato iniziato nel 1636. Tutto ciò mentre il marito di Costanza lavorava per Bernini . Nella tarda estate del 1638 scoppia lo scandalo. Quando Gianlorenzo scopre che la sua amante ha una relazione anche con suo fratello Luigi, Gianlorenzo impazzisce di gelosia e i suoi eccessi sono descritti nella lettera disperata della madre, Angelica Galante Bernini, al cardinal Francesco Barberini, non datata ma dell'autunno 1638. Angelica scrive che Gianlorenzo, credendosi "Padron del mondo", ha minacciato il fratello con la spada, e invoca il cardinale che trovi un modo per "raffrenare l'impeto di questo mio figlio". Angelica non dice invece come Gianlorenzo punì l'amante infedele: facendola sfregiare in viso da un servo che le aveva portato un regalo da parte di Gianlorenzo

Alla lettera rispose Urbano VIII in persona definendo il Bernini, in modo inaudito, come "uomo raro, ingegno sublime e nato per disposizione divina e per gloria di Roma a portar luce a questo secolo". Intanto Luigi fugge da Roma e ripara a Bologna per circa un anno. Del crimine, che il giureconsulto Prospero Farinacci descrive come "atrox et grave delictum", erano spesso vittime le cortigiane. E Costanza fu trattata come tale, punita (forse per adulterio) con la detenzione in un monastero per alcuni mesi, mentre il servo fu esiliato e Gianlorenzo prima condannato a una multa di 3.000 scudi e poi graziato, mentre suo fratello, che non era così importante nei disegni del papa, veniva esiliato da Roma.

Il 7 aprile 1639, dopo aver scritto una straziante supplica al Governatore, Costanza viene "restituita al marito" Matteo Bonarelli, con il quale iniziò un fiorente commercio di sculture.

In lei oggi è riconosciuto un emblema della capacità di riscatto che si ritrova oggi in tante vittime di violenza, alle quali le fotografie di Ilaria Sagaria danno liricamente voce. Il ciclo di scatti Il dolore non è un privilegio ricorda infatti come il crimine subito da Costanza si riattualizzi oggi nei casi ancora più efferati degli attacchi con l’acido. Ad essere preso di mira, esattamente come allora, è il volto delle vittime, investito da sostanze corrosive che bruciano la pelle ed erodono ossa e cartilagini, condannando ad un calvario fisico e psicologico.

Sara Balugani

 

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Pubblicato il 22 novembre 2021

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