Applausi per il Drappellone di Ali Hassoun. Piace il Cencio per il Palio del 2 luglio dell'artista libanese
Ali Hassoun, quarantasei anni, nato in Libano, una laurea in architettura conseguita a Firenze, oggi vive e lavora, da artista, a Milano. E' lui il pittore che ha dipinto il drappellone per il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano del prossimo 2 luglio, che celebra il 750° anniversario della leggendaria battaglia di Montaperti
Ali Hassoun, quarantasei anni, nato in Libano, una laurea in architettura conseguita a Firenze, oggi vive e lavora, da artista, a Milano. E' lui il pittore che ha dipinto il drappellone per il Palio dedicato alla Madonna di Provenzano del prossimo 2 luglio, che celebra il 750° anniversario della leggendaria battaglia di Montaperti.
"Il drappo di seta che andrà in premio alla Contrada vincitrice - si legge nella nota stampa del Comune di Siena - ricorda, come scrisse Dante nel X canto del'Inferno, "Lo strazio e 'l grande scempio che fece l'Arbia colorata in rosso", portando Siena a vincere contro la guelfa Firenze. Nella bellissima opera di Hassoun i riferimenti storici ci sono tutti, compreso il richiamo, al grido del nome di San Giorgio, con il quale la prima divisione condotta dal conte d'Arras attaccò il nemico guelfo.
Sulla seta, infatti, primeggia lui, San Giorgio, dentro un'armatura che riflette la luce irradiata dal volto della Madonna, dipinta, con maestria, in alto. In basso un drago dalle sembianze diaboliche e trafitto da due frecce. Infatti, come ha detto il pittore: "La battaglia più grande è quella dello sforzo di combattere e vincere il male che è in ognuno di noi". Al posto dell'elmo, il Santo, nato presumibilmente in Cappadocia, l'odierna Turchia, e morto in Palestina nel IV secolo, porta una kefiah, leggermente rivisitata, che richiama, in maniera esplicita, lo stemma della città di Siena.
Se a una prima lettura l'opera di Ali Hassoun - continua la nota stampa - può sembrare piuttosto lineare nei confronti di quanto richiesto dalla committenza, l'occhio di chi guarda nel particolare, senza farsi abbagliare dall'insieme, troverà una serie di precisi richiami a un tema di estrema attualità: la ricerca di una condivisa umanità che, con il raziocinio,schiacci, annientandoli, i sussulti e gli scontri di civiltà in nome di un Dio che non può essere diviso, bensì condiviso.
Il messaggio di Hassoun è forte, e per nulla banale. La corona sul capo della Vergine porta tre simboli: la mezzaluna araba, la croce cristiana e la stella di David. Tre segni monoteistici. Tre significati. Un unico messaggio-auspicio: la pace con l'unione dei popoli. La sua è un'idea di umanità, che nasce da una universalità ben radicata in un concetto di spiritualità scevra da differenziazioni religiose e politiche. Un concetto identitario che dovrebbe trovare ospitalità in qualsiasi cultura contemporanea. Non a caso il viso di Maria è dichiaratamente moderno, guardandola, al lobo destro, anche un orecchino, così come il volto di San Giorgio, dove è facile riconoscere il pittore, che non si scherma dietro la tavolozza dei colori. Tutt'altro. Firma il Palio anche in lingua araba".
"Il dialogo aperto da Hassoun tramite la festa senese su Cristianesimo e Islam - conclude la nota stampa - ha, infatti, come tramite una delle immagini sacre più amate dai senesi: l'effige della Madonna miracolosa conservata nella Chiesa di Provenzano. E, sempre alla Madonna, l'Islam dedica la 19esima sura del Corano. San Giorgio sconfisse il male con la sua spada e la sua fede. Siena, in un confronto interculturale, cerca di combattere lo scontro di civiltà scegliendo un pittore che, con la sua arte, riesce a parlare all'intelletto passando dal cuore".
Con il Cencio è stato svelato anche il Masgalano 2010, realizzato dallo scultore Pier Luigi Olla, presentato dal professor Gabriele Borghini e offerto da "A.V.O. onlus - Associazione Volontari Ospedalieri". Il piatto, in argento martellato lucido, ritrae un uomo, appena sceso dal suo destriero per soccorrere un povero riverso al suolo. Il bisognoso è semi-nudo e protrae le braccia verso chi gli sta per prestare aiuto. Il cavallo, posto in secondo piano, volge lo sguardo verso gli uomini conferendo sicurezza e richiamando la festa paliesca.
I personaggi risultano, posti in rilievo rispetto al piatto, creando un fine gioco di specchi e riflessi, che investono di maggior carica simbolica il gesto del buon samaritano. Due rette, poste ad angolo tagliano l'opera in verticale, circoscrivono la scena facendo emergere il senso di sofferenza e dolore, mettendo in primo piano l'atto di carità, così abilmente proposto dal M° Olla. In alto, a destra, lo stemma dell'A.V.O. Onlus perfettamente in linea con i valori riportati nel prezioso piatto in argento magistralmente ornato con una doratura a bagno galvanico. In basso tre scudi de La Balzana ci riportano alla realtà senese, creando un continuum tra l'opera e la città. Lo stemma del Magistrato delle Contrade, del Comune e degli Amici del Palio, realizzato in avorio e ebano. "Un Masgalano - si legge nella nota stampa del Comune di Siena - di pregiata fattura, quello realizzato dall'artista Pier Luigi Olla, che è stato capace di coniugare estetica e umanità".
Pubblicato il 28 giugno 2010