Chianti fiorentino: raccolte e consegnate 9mila firme per dire no all'eliminazione del medico sull'ambulanza

I firmatari: ''Consideriamo inaccettabile la scelta della Asl di penalizzare il nostro territorio mettendo in atto un taglio così essenziale, necessario a garantire qualità al servizio di emergenza e tutelare la salute delle comunità''

 CHIANTI FIORENTINO
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Sindaci, associazioni e cittadini del Chianti uniti contro i tagli stabiliti dalla Asl per la riduzione temporanea dei servizi di emergenza/urgenza nel territorio ed in particolare per l’eliminazione del medico a bordo del 118 e del progressivo impoverimento del punto di primo soccorso e del servizio di guardia medica, soprattutto notturna. Nel Chianti cresce il peso specifico della comunità che esprime dissenso contro la scelta della Asl di riorganizzare e ridimensionare i servizi sociosanitari in un territorio che si connota per la sua evidente fragilità, determinata dall’ampiezza e dalla configurazione collinare dell’area la cui superficie si estende per circa 400 Km quadrati, con una densità demografica pari a circa 45mila abitanti, e la considerevole distanza rispetto alle strutture ospedaliere.

Si attestano a quota oltre 9mila le firme, raccolte, nell’ambito della petizione #riVogliamoilmedico118, dalle associazioni di volontariato e dai cittadini e consegnate ai sindaci di San Casciano, Greve e Barberino Tavarnelle Roberto Ciappi, Paolo Sottani e David Baroncelli, nella sala “Lucia Bagni” della biblioteca comunale di San Casciano. La raccolta firme è stata effettuata grazie all'impegno delle associazioni AVG, Misericordia di San Casciano e Barberino Tavarnelle che hanno coordinato le altre associazioni presenti sul territorio e il Comitato popolare raccolta firme del Chianti.

L’iniziativa, condivisa dalla comunità e dai rappresentanti istituzionali, è stata organizzata con l’obiettivo di richiedere formalmente alla Asl e alla Regione Toscana di mantenere la figura professionale del medico a bordo del 118 ed instaurare nuovi servizi sul territorio.

“Consideriamo inaccettabile - affermano i firmatari - la scelta della Asl di penalizzare il nostro territorio mettendo in atto un taglio così essenziale, necessario a garantire qualità al servizio di emergenza e tutelare la salute delle comunità. Un principio da cui non si dovrebbe mai prescindere, neanche trovandosi di fronte ad eventuali operazioni di ottimizzazione delle risorse o problematiche legate alla possibile carenza di personale, tema da affrontare con soluzioni alternative e non con il taglio netto di un servizio che forse al contrario andrebbe potenziato, considerata la situazione pandemica nella quale ci siamo trovati e ci troviamo”. Da metà giugno, per volontà della Asl, è entrato in vigore un nuovo piano di erogazione del servizio di emergenza per i mesi estivi che prevede l’attivazione di due infermieristiche e una medicalizzata per l’intera area chiantigiana, eliminando di fatto due medicalizzate.

“Non comprendiamo neanche il metodo e la scarsa chiarezza - incalzano - ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione formale che illustri i contenuti e gli obiettivi del piano di riorganizzazione del servizio di cui a nostro avviso manca una visione complessiva, ci siamo trovati ad affrontare il processo di demedicalizzazione del 118 nei nostri territori, caratterizzati peraltro da una crescente affluenza turistica in questo periodo, senza conoscere le effettive ragioni di tale scelta. Un tema che entra in aperta contraddizione con l’elogio della solidarietà e l’importante ruolo della sanità di prossimità attribuito alle associazioni che operano nel settore socio-sanitario alla luce della crisi sanitaria il cui carico, da volontari, portiamo sulle spalle da due anni”.

Oltre alla petizione per dire no al taglio del medico a bordo dell’ambulanza, la voce dei cittadini si è espressa nel Chianti con un documento parallelo, sottoscritto da oltre mille persone, che chiede ai sindaci di farsi promotori presso l’ente regionale e la Società della Salute di costituire sul territorio una Casa della Salute, modello già in funzione in altri centri toscani, in grado di garantire l’attivazione di un complesso di servizi sociosanitari integrati. Questo secondo documento è stato promosso da sei associazioni di Barberino Tavarnelle. Sono la Misericordia di Barberino Tavarnelle, Calcit, Auser, Ci Incontriamo, Le tre e un quarto e Giardino Sottovico.

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Pubblicato il 6 luglio 2022

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