Colle, ancora incertezza sul Sonar e gli animi si scaldano alla presentazione del bilancio

C'era la Giunta al completo, tranne l'assessore Anna Maria Cotoloni. Una presentazione ampiamente partecipata, come c'era da aspettarsi, con una settantina di persone presenti, tutte coinvolte e visibilmente interessate. Una presentazione impegnativa che ha mostrato, anche se non nei conti (poi mi spiego meglio), tutti i lati deboli di quest'Amministrazione e che ha lasciato molti dei cittadini interdetti e amareggiati. Una presentazione in cui il senso di comunità e il confronto hanno lasciato ampio spazio (possiamo dirlo?) all'imbarazzo

 
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Si è tenuta ieri sera al Ridotto del Teatro del Popolo la presentazione del Bilancio di previsione 2018-2020 del Comune di Colle di Val d’Elsa, per illustrare alla popolazione le spese previste e le entrate programmate che le garantiscono. C’era la Giunta al completo, tranne l’assessore Anna Maria Cotoloni. Una presentazione ampiamente partecipata, come c’era da aspettarsi, con una settantina di persone presenti, tutte coinvolte e visibilmente interessate. Una presentazione impegnativa che ha mostrato, anche se non nei conti (poi mi spiego meglio), tutti i lati deboli di quest’Amministrazione e che ha lasciato molti dei cittadini interdetti e amareggiati. Una presentazione in cui il senso di comunità e il confronto hanno lasciato ampio spazio (possiamo dirlo?) all’imbarazzo. Per i toni usati, per le risposte fumose e vaghe. Ad accendere la miccia la questione Sonar, tanto che l’incontro si è protratto fino a mezzanotte passata.

La parte corrente del bilancio

Ma andiamo per gradi. Il Sindaco Paolo Canocchi ha cominciato a illustrare il bilancio e il Documento Unico di Programmazione (DUP), proposto durante l’ultimo consiglio comunale e oggetto di approvazione del prossimo, dichiarando che «per comprendere la manifestazione di volontà di un’Amministrazione occorre partire dai numeri, dalle risorse, capire dove queste sono possibili, dove intendiamo impiegarle. È importante comprendere che il programma del prossimo triennio non è solo numeri, non solo le risorse, ma anche qual è il contesto in cui ci muoviamo, che caratterizza l’oggi».

Il primo cittadino ha descritto una «realtà locale in una situazione ancora molto critica, dove però vi sono forti segni di un’inversione di tendenza, da cui ricaviamo la speranza che anche questioni problematiche della realtà colligiana possano avviarsi verso una soluzione». E qui a tutti vengono mostrate due fotografie: una della Fabbrichina con la scritta “Com’è”, con quella pozza d’acqua che purtroppo abbiamo presente fin troppo bene; una con uno schizzo del progetto e la domanda “Come sarà???”, con addirittura tre punti interrogativi che è bene non passino inosservati.

Canocchi spiega che la situazione economica e finanziaria del Comune è di estrema solidità. Cita qualche numero significativo: 6.028.847,69 di euro accantonati nel fondo crediti al 31 dicembre 2017; fondo cassa a inizio anno di 4.262.657,67 euro; un indice dei pagamenti dell’ultimo trimestre dell’anno scorso in negativo (pagando cioè in anticipo rispetto alle scadenze), con -5,77.

Chiarisce subito come il bilancio non sia in sviluppo, almeno per la parte corrente: sono previsti 380.870 euro in meno per quest’anno rispetto al 2017 consolidato. Tale scelta deriva dal recupero dell’IMU, dalla diminuzione dall’addizionale IRPEF e delle utili partecipate, dalla riduzione del canone attivo dell’azienda Multiservizi e di altre entrate straordinarie. Bisogna considerare inoltre l’aumento del costo del personale, i 50mila euro in più per la Fondazione Territori Sociali Altavaldelsa. «Questo corrisponde – spiega il sindaco – alla volontà di non premere sulla leva fiscale, da un lato, e a una forma di cautela, dall’altro, visto l’ammortamento dei mutui richiesti negli anni precedenti per l’edilizia scolastica».

Le opere pubbliche

«Qui il quadro è completamente diverso – dice Paolo Canocchi, quando si trova a commentare la parte in conto capitale, invece in aumento -. Permane tuttavia qualche elemento di preoccupazione, perché abbiamo tanta tanta tanta carne al fuoco. Abbiamo lavori in corso per ben 13 commesse, 11 lavori, tutti appaltati, da iniziare e di grande rilevanza economica e sociale (come quelli che riguardano il Progetto di Innovazione Urbana sul Museo del Cristallo, sulla pista ciclabile e sul Teatro del Popolo). Abbiamo 3 ulteriori lavori in fase di appalto (mille orti, regolamento sismico della scuola XXV aprile, strade 2017) e altri lavori sono in progettazione».

«Vogliamo affermare la volontà di tenere alta la politica degli investimenti – aggiunge -, per un’esigenza di sviluppo territoriale. Puntiamo sulle risorse proprie: prevediamo di ricavarne circa 4 milioni quest’anno, grazie agli oneri di urbanizzazione, alle alienazioni del patrimonio immobiliare del Comune, ad altri piccoli contributi. Questo è quello che il bilancio ci dice, però il nostro intento è quello di raddoppiarli. Dove pensiamo di destinare queste risorse? Scuole, strade e piazze, altre opere di urbanizzazione, principalmente».

Razionalizzazione

Il primo cittadino colligiano conclude con il terzo punto che caratterizza questo bilancio e che forse ieri sera è passato un po’ sotto silenzio. «C’è bisogno – dice - di rafforzare la macchina amministrativa e fare uno sforzo di razionalizzazione. Cerchiamo di rispondere a questa esigenza in due modi, con i resti occupazionali che abbiamo e che finora non erano disponibili, con il protocollo che abbiamo stipulato con il Comune di Casole per procedere a servizi associati». Quali servizi verranno condivisi? E in che modo? Due realtà tanto diverse (per problematiche, estensione territoriale, numero di abitanti), se abbiamo capito bene, si troveranno a condividere lo stesso personale? E quanti dipendenti per quale lavoro?

La questione Sonar

«Ma voi, tra questi investimenti che avete citato, avete pensato anche a qualcosa per i giovani?» è la prima domanda che arriva di getto dal pubblico. Chi interviene aggiunge: «Questo paese è sempre più un mortorio. È diventato un posto in cui un locale deve tirare dentro i tavoli alle 11 la sera (ricorderete la sospensione della rassegna Play Borgo in Colle Alta), il Sonar è chiuso…». Eccoci qua, la questione Sonar. Sulle settanta persone presenti ieri sera, la metà era lì solo per avere la risposta a un’unica domanda: quando riapre il Sonar? È chiuso ormai da due anni perché, così dissero, bisognava fare alcuni lavori. Due anni senza artisti di fama nazionale e internazionale, che attiravano centinaia di persone ogni fine settimana, due anni senza quel grande polo di aggregazione e stimoli culturali che era (mi piange il cuore ad usare il verbo al passato) il Sonar.

Se, arrivati a questo punto dell’articolo, qualcuno pensa che si parli di un locale qualunque, o ha novant’anni o non ha minimamente idea della storia e della cultura musicale di questo territorio (potrebbe cominciare guardandosi il video realizzato da Mosaico e BlueTrain “Butan gas. Storia del movimento underground in Valdelsa” per averne un assaggio).

La replica dell’Amministrazione, che arriva dopo non poca insistenza e dopo aver risposto a tutte le successive domande, è l’esempio emblematico di come per il Comune di Colle questa non sia una priorità. «Siamo tutti consapevoli dell’importanza che ha il Sonar - La casa della Musica – dice il vice sindaco Lodovico Andreucci -, tra scuola (che comunque è attiva ndr) e auditorium. Siamo consapevoli che occorre fare delle lavorazioni perché nel passare del tempo si sono venute a creare situazioni problematiche con il rumore. Abbiamo quindi fatto un progetto, da novembre affidato alla Asso Costruzioni di Pistoia. Dobbiamo avere tutte le certificazioni, poi partiranno i lavori (tutti, quelli di contenimento delle emissioni sonore e quelli dell’aumento di capienza)».

I toni non sono per niente calmi, volano insulti e parole pesanti contro la Giunta. Le persone sono arrabbiate, visibilmente deluse. Ai “Vergognatevi!”, “Non potete comportarvi così”, “Dovete darci delle risposte concrete” si oppone soltanto il rumore di chi tenta invano di arrampicarsi sugli specchi con qualche sorriso imbarazzato.

Alla fine, di fronte alla crescente pressione di chi si sente preso in giro e non ascoltato, scappa un periodo: l’estate. E Canocchi aggiunge: «La ditta avrebbe cominciato anche i primi del mese di febbraio, ma piove».

Riflessioni sparse

Sono tante le altre problematiche venute fuori durante la presentazione di ieri. Le precarie condizioni in cui si trova il Parco fluviale dell’Elsa (con molte barriere e staccionate cadute), la mancata co-progettazione sugli interventi previsti dal PIU alla Casa del Popolo (qui l’Amministrazione replica che degli incontri, più o meno partecipati, ci sono stati), solo per citarne un paio. Qualcuno tra il pubblico chiede se ci sono novità riguardanti la Fabbrichina, viste le immagini proiettate all’inizio della serata. Canocchi spiega che «si pensa che arrivi una manifestazione d’interesse per presentare la variante al piano particolareggiato». “Si pensa”. E anche questa risposta, così fumosa, così imprecisa, non fa altro che alimentare la sensazione di smarrimento e incredulità. «Ma sul lago d’acqua che si è creato avete pensato di intervenire?». Silenzio, «Non possiamo fare niente».

Qualcuno, sempre tra il pubblico, sottolinea: «Ci sono investimenti nelle strade, nei marciapiedi, nel cemento, ma non nella cultura». Il sindaco replica che invece sono in programma finanziamenti ai centri sportivi, alla realizzazione della seconda sala cinema al Teatro del Popolo, alla biblioteca comunale. Ma non si è parlato dei contributi per le associazioni, che invece, se non erro, fanno parte della spesa corrente (in calo, come dicevamo) e che poi devono sostenere quegli spazi con le loro attività. Il Teatro dei Varii è inattivo da anni, il Sonar è chiuso e tutto si protrae con una lenta e infinita incertezza.

Alessandra Angioletti

Pubblicato il 8 febbraio 2018

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