Conoscere le potenzialità dell'arteterapia. A Poggibonsi un convegno, un laboratorio e una mostra
'Il centro: principio e fine' è il titolo del convegno che avrà inizio il 7 aprile alle 8.30 e che rappresenta il proseguimento di quel viaggio interiore iniziato due anni fa con 'Le città Invisibili'. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno alle 14.45 con la presentazione del libro 'Il numero uno' di Elisa Garuglieri, a cura di Sara Marzullo. Quest'anno il convegno si è arricchito di un laboratorio filosofico tenuto nel pomeriggio dalla dr.ssa Annalisa Rossi, e di una mostra di fotografia e pittura, con la partecipazione del Fotoclub 3Asa e di fotografi amatoriale e professionisti esterni
Fra gli eventi culturali in programma in questa incerta primavera poggibonsese uno dei più interessanti è un convegno di arteterapia dal titolo "Il centro: principio e fine. Il Linguaggio delle immagini - Esperienza di Arteterapia”, organizzato dalla Dr.ssa Paola Marcucci (medico e arteterapeuta) in collaborazione con il Dr. Bonelli (psichiatra) e con l'Associazione Riabilita di Siena, che si svolgerà il 7 aprile 2018 nei locali dell'Accabì Hospital Burresi.
L'obiettivo è quello di approfondire le potenzialità dell'arteterapia come strumento conoscitivo. Un nutrito numero di persone, ispirate da "Le città invisibili" di Italo Calvino, ha lavorato, sotto la guida della dr.ssa Paola Marcucci, sul proprio vissuto immaginando la città ideale.
Dottoressa, come concilia il lavoro quotidiano di medico di famiglia con un progetto di questo genere?
«L'arteterapia è una mia passione da sempre. Presto la mia collaborazione come arteterapeuta da molti anni al centro Riabilita di Siena che si occupa di persone con problemi psichiatrici e da qualche tempo anche presso l'Ospedale di Comunità di Campostaggia per l'Associazione Valdelsa Donna seguendo pazienti oncologici che sentono il bisogno di sperimentare un linguaggio che gli consenta di esprimere con colori e pennelli il loro stato d'animo. E' stata la lettura del libro di Italo Calvino "Le città Invisibili" che mi ha suggerito l'idea di coinvolgere psicologi, operatori, utenti dell'Associazione Riabilita in un percorso di ricerca interiore immaginando la propria città ideale. Attraverso la pittura e il disegno, il collage ma anche la fotografia abbiamo iniziato un viaggio a ritroso nel tempo in cui i ricordi lontani sono emersi, insieme alle emozioni che quegli eventi riportavano alla memoria.
Perché proprio “Le città invisibili” e poi “La pianta della città”?
«Italo Calvino parla di città come stati d'animo e afferma che noi stessi siamo la nostra città e proprio in questa chiave ognuno dei partecipanti ha espresso le proprie emozioni legandole ad un ricordo. Disegnare o fotografare strade, piazze, è come guardarsi dentro, è un'indagine dettagliata della propria esperienza di vita. Consente di guardare al passato con gli occhi del presente dandogli una nuova interpretazione. Noi, turisti di noi stessi, siamo entrati nelle nostre città».
Qual è stato il risultato di questo lavoro che vi ha impegnati per tre anni?
«Abbiamo prodotto una quantità di disegni, dipinti, abbiamo classificato le nostre città immaginarie dando a tutte un nome... Lunelia, Iso, Semplice, Montuso, Cammellaria, La città sul mare, Anastasia... e tante altre, e da questi lavori è nata una collana di arteterapia che oltre alle immagini comprende anche poesie e alcuni scritti».
Lo psichiatra Giovanni Bonelli ha collaborato attivamente al progetto e ha dato una chiave di lettura ai lavori rendendo ancora più chiara l'osservazione delle immagini riportate nelle pubblicazioni che accompagnano ogni convegno. Città senza tempo e senza spazio dalla cui rappresentazione si può decifrare il significato di un muro, dei confini, gli spazi comuni, i centri del potere, di una prospettiva dalle linee impercettibili o dai colori violenti. Da un disegno prende vita una storia, la sofferenza, la chiusura, la sfiducia, l'attesa, la speranza, la fantasia, le emozioni, l'indifferenza: "malattia e benessere non hanno confini ", scrive il Dr. Bonelli.
L'immagine di copertina del libro "La pianta della città immaginaria" realizzata da Francesco Galgani introduce in maniera immediata agli argomenti di cui si tratta. Salta agli occhi la Piazza del cuore di colore rosso acceso, da cui si accede a Via delle emozioni, che costeggia la Ferrovia dei Sogni, il Mulino dei Ricordi sul Fiume della Memoria per arrivare alla Farmacia delle Ferite dopo aver superato la Cascata delle Paure. Potrebbe sembrare un percorso per addetti ai lavori, al contrario ognuno di noi può incamminarsi per le strade della città immaginaria alla ricerca del proprio Centro.
"Il centro: principio e fine" è il titolo del convegno che avrà inizio il 7 aprile alle 8.30 e che rappresenta il proseguimento di quel viaggio interiore iniziato due anni fa con “Le città Invisibili”. Nel pomeriggio i lavori riprenderanno alle 14.45 con la presentazione del libro "Il numero uno" di Elisa Garuglieri, a cura di Sara Marzullo.
Quest'anno il convegno si è arricchito di un laboratorio filosofico tenuto nel pomeriggio dalla dr.ssa Annalisa Rossi, e di una mostra di fotografia e pittura, con la partecipazione del Fotoclub 3Asa e di fotografi amatoriale e professionisti esterni. L'obiettivo è quello di cercare anche nella fotografia una modalità di espressione significativa per il tema del convegno e di metterla a confronto con il linguaggio artistico.
Dal 16 al 20 aprile sarà possibile visitare la mostra allestita nella sala Set del Politeama. A conclusione dell'evento, ci sarà una serata di condivisione dei lavori con approfondimenti sul tema.
Antonella Lomonaco
Pubblicato il 1 aprile 2018