Covid-19, gli indicatori per definire il colore delle zone a rischio

Gli indicatori in questione sono ben 21, e si va dalla capacità di raccolta dati delle singole regioni alla tenuta dei servizi sanitari

 INDICATORI ZONE A RISCHIO
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Tra algoritmi ed indicatori da leggere insieme al lungo documento dal titolo “Prevenzione e risposta al Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, messo a punto a metà ottobre dal Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità, si stabilisce il passaggio dei tre colori, giallo, arancione e rosso, della zonizzazione per aree di rischio ideata per l’Italia, con relative restrizioni crescenti.

Gli indicatori in questione, sono ben 21 (dal 1.1 al 3.9 inclusi) riportati in un decreto del Ministero della Salute datato 30/04/20, e si valuta certamente il “numero di casi sintomatici notificati per mese in cui è indicata la data inizio sintomi/totale di casi sintomatici notificati al sistema di sorveglianza nello stesso periodo”, ma non solo, tra gli altri:

- tasso di occupazione dei posti letto totali di terapia intensiva per pazienti covid-19;

- numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracing;

- numero di casi riportati alla protezione civile negli ultimi 14 giorni.

Il monitoraggio comprende i seguenti indicatori suddivisi in tre macroaree:

- indicatori di processo sulla capacità di monitoraggio;

- indicatori di processo sulla capacità di accertamento diagnostico, indagine e gestione dei contatti;

- indicatori di risultato relativi  a stabilità di trasmissione e alla tenuta dei servizi sanitari.

Tabelle 21 indicatori

Per approfondire rimandiamo al link del Decreto.

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Pubblicato il 16 novembre 2020

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