Dalla Val d'Elsa alla Giornata Mondiale della Gioventù, il diario di bordo

La Giornata Mondiale della Gioventù (o GMG come viene spesso chiamata) si è svolta quest'anno dal 26 al 31 luglio a Cracovia, in Polonia. Tanti giovani cattolici provenienti da tutto il mondo vi hanno partecipato e i ragazzi della Val d'Elsa non sono stati da meno. Abbiamo chiesto a Maria Giovanna Deronda, della parrocchia di San Marziale a Colle di Val d'Elsa, di tenere per noi una specie di diario di bordo, raccontandoci com'è andata, le cose che hanno fatto, le impressioni che hanno avuto

 
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I primi giorni
Nella prima settimana di questa esperienza siamo stati accolti nella diocesi di Kielce, a nord di Cracovia, per fare un gemellaggio con i ragazzi della parrocchia di Dabrowa. Durante questa settimana siamo stati accolti nel migliore dei modi, meglio che essere a casa. Abbiamo avuto anche l'occasione di visitare il santuario della Madonna di Czestochowa e i campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau.

Giorno 6 - La partenza per Cracovia
La mattina le famiglie ci accompagnano per l'ultima volta in quella che per qualche giorno è stata la nostra parrocchia. Non scorderemo gli abbracci e le lacrime tanto facilmente. È un momento molto triste, non c'è una persona che non abbia gli occhi gonfi dal pianto. Ma Cracovia ci aspetta, il meglio deve ancora venire. Saliamo sul pullman e continuiamo a salutare, fino a quando l'ultima curva non interrompe gli sguardi con i nostri fratelli polacchi. Arriviamo a Brzezie, nella periferia di Cracovia, in anticipo di qualche ora. Alcune delle famiglie che dovrebbero ospitarci non sono ancora arrivate e iniziamo a preoccuparci di finire a dormire in una scuola. Allora ci riuniamo per il Vespro serale, smorzando un po' la tensione. Poi, finalmente, arriva una signora con un bambino: è la famiglia che è stata assegnata a me, Marta e Giulio! Arrivati a casa loro, scopriamo di avere 3 fantastici fratellini che non vedono l'ora di portarci al campetto da calcio per giocare con noi! Dopo cena ci tuffiamo in questo ruolo di fratelli maggiori ed è subito magia, sembra che parliamo tutti la stessa lingua e non c'è nessun confine e nessuna frontiera che ci separa. Poi ci viene detto che il loro babbo vuole portarci a Cracovia per farci entrare nel clima GMG e partiamo con lui e il figlio maggiore. È incredibile come una famiglia che ci conosce da pochissime ore ci abbia già adottato in tutto e per tutto e come noi ci siamo lasciati adottare. Una volta rientrati, la mamma ci racconta che, prima di addormentarsi, il figlio più piccolo ha pianto fino allo sfinimento perché eravamo andati via. Il senso di colpa arriva alle stelle!

Giorno 7 - Santa Messa di apertura a Blonia
L'arrivo, la visita alle reliquie di Pier Giorgio Frassati, 3 ore di attesa con annessa pioggia battente a Blonia, i canti, la meraviglia di esser tutti lì per lo stesso scopo, l'emozionante incontro con i ragazzi di Kielce, i 20 kilometri fatti con i piedi zuppi e poi, infine, il meraviglioso tramonto sul parco che fa dimenticare tutta la stanchezza! Niente cena a Cracovia perché altrimenti avremmo perso il treno, ma a mezzanotte ci ha accolto la zuppa messicana preparata dalla mamma polacca!

Giorno 8 - Festa degli italiani nella spianata dei santuari
Un giro pesca infinito, la pasta al ragù congelata, l'attraversamento della Porta Santa, i santuari di San Giovanni Paolo II e Suor Faustina, la pioggia (che non ci lascia mai), il Don che chiama per sentire se la sua chitarra sta bene (e noi?). Non entriamo alla Messa nella spianata perché i 40mila posti disponibili sono già tutti esauriti! Ci consoliamo con il Canto dell'Amore, lo scisma diocesano e la fondazione della nuova diocesi di Graccionsi (Gracciano+Poggibonsi). Saltiamo il festival e torniamo a Cracovia con un po' di malinconia per non aver partecipato. Per fortuna ci sono i pancakes della mamma polacca con la Nutella che aiutano!

Giorno 9 - Accoglienza di Papa Francesco a Blonia
La mattina catechesi guidata dal vescovo di Matera nella nostra parrocchia di Brzezie. Ci fa riflettere su come lasciarsi toccare dalla Misericordia e dall'amore infinito di Cristo. Un bellissimo momento di raccoglimento dopo il caos e lo stress della grande città, dove ormai erano già arrivati 2 milioni di giovani. Nel primo pomeriggio partiamo per Blonia, dove alle 19 daremo il benvenuto a Papa Francesco. Per prendere il posto bisogna arrivare molto prima, e noi alle 14.30 siamo già lì. Ovviamente la pioggia non ci lascia in pace nemmeno oggi, ma appena arriva il Pontefice si fa avanti un tramonto straordinario e smette di piovere! Le parole del Papa sono state bellissime. Ha parlato di coraggio, di non aver paura, di non fare i giovani pensionati e di non perdere mai la speranza. Commossi, torniamo a casa dopo spintoni tra la folla e corse per non perdere il pullman.

Giorno 10 - Via Crucis con il Papa a Blonia
Durante la mattina catechesi come il giorno prima, ma stavolta si riflette su come possiamo essere uno strumento di Misericordia per portare l'annuncio a tutti. Dopo l'incontro partiamo per Cracovia, dove ci aspetta un pomeriggio libero per fare regalini e visitare un po' la città. Arriviamo a Blonia all'ultimo momento e non riusciamo ad entrare nel nostro settore perché gli ingressi sono bloccati dal grande afflusso di persone. Rimaniamo fuori, alla fine per fortuna, perché riusciamo a vedere il Papa passare con la macchina! Ricomincia la corsa verso la stazione per prendere il treno per tornare a casa, ma è chiusa per il sovraffollamento di persone sui treni. Prendiamo un tram ed andiamo in un'altra stazione. Dopo un'ora finalmente arriva il nostro treno anche se stracolmo di persone. Arriviamo a casa alle 1.30 con tutti i bagagli da fare e stanchissimi, ma ci sono i nostri genitori polacchi ad aspettarci con il sorriso, felici di averci ancora per una notte lì con loro.

Giorno 11 - Veglia al Campus Misericordiae
La mattina ci ritroviamo in chiesa per un momento conclusivo insieme alla parrocchia ospitante prima della partenza. La famiglia viene tutta ad accompagnarci, partiamo da casa con due macchine. Anche stavolta il saluto è straziante. I bambini non si vogliono staccare. La mamma, come se fosse la nostra, ci dice di avvertirla quando arriviamo a casa in Italia e di stare attenti; il babbo ci abbraccia con le lacrime agli occhi e continua a fissarci commosso finché il pullman non parte. Non siamo riusciti a parlare perché non parla inglese, ma nonostante tutto la lingua dell'amore riesce ancora a far comunicare tutti i popoli. Riusciamo ad arrivare con il pullman ad 8 km dal Campus Misericordiae, spianata preparata per accogliere i giovani nella veglia conclusiva con il Papa. Zaini in spalla e partiamo sotto un sole cocente. Dopo qualche ora ci sistemiamo nel campo e in serata facciamo una verifica finale su questi giorni ed è bello scoprire come anche altri ragazzi hanno vissuto le stesse emozioni che ho vissuto io. Il Papa nel suo discorso di questa sera parla di divano-felicità, malattia della quale molti giovani di oggi sono affetti. Ci invita a non essere giovani che stanno sempre sdraiati su un divano, ma di metterci gli scarponcini e partire. Ci invita a non vivacchiare, ma a vivere. "Chi non vive per servire non serve per vivere" è la frase del Papa che mi è rimasta più impressa in tutti questi giorni, e sarebbe stupendo riuscire ad adottarla come missione di vita. Infine benedice i nostri sogni, e non c'è cosa più bella di questa dopo giorni di corse ai treni, km a piedi sotto pioggia e sole e di file interminabili per cercare di prendere qualcosa di commestibile per mangiare, in cui sognare è stato l'ultimo dei nostri pensieri.

Stanotte dormiamo per terra, tra grilli, ragni e insetti non identificati, con soltanto il sacco a pelo e l'umidità ai massimi storici. Ma il solo pensiero che c'è 1.600.000 di ragazzi che sta facendo la stessa cosa mi rende felice e gli occhi si chiudono mentre qualche stella fa capolino tra le luci artificiali della spianata.

Giorno 12 - Santa Messa finale al Campus Misericordiae
La mattina il risveglio è traumatico. Un tizio dal palco dà il buongiorno in tutte le lingue del mondo alle 7, e poi inizia un concerto. Diciamo che la giornata non è proprio partita con il piede giusto. Il sole è alto, non tira un filo di vento e fa caldissimo già di prima mattina. La fila al bagno è interminabile, ma alla fine viene anche il nostro turno. Improvvisamente, mentre finivamo di fare colazione e sistemare la roba, un nostro responsabile ci avverte che in un maxischermo ha visto che il Papa sta incensando l'altare, e che quindi sta iniziando la Santa Messa. In quella situazione di caos non riusciamo a capire bene cosa sta succedendo, il palco è lontanissimo e i maxischermi sono pochi e molto lontani da noi. Appena il Pontefice inizia a parlare ci sintonizziamo anche noi e ci raccogliamo in preghiera. La messa è in latino, ma fortunatamente il Papa annuncia tutti i discorsi in italiano ed è facile per noi seguire, anche se il gran caldo e la stanchezza accumulata non aiutano per niente. Durante l'omelia ci ricorda che Dio ci chiama uno per uno, e che per lui siamo unici. Durante la messa ci viene consegnata una sciarpa bianca che ricorda la veste bianca del battesimo per rinnovare le promesse battesimali e il Papa ci invita a scrivere su questa la data del nostro battesimo e di non dimenticarla mai. Finita la Messa, arriva il momento da noi tanto atteso: l'annuncio della data e del luogo della prossima GMG. Panama 2019. Si alza un grido si stupore e felicità, siamo contenti, anche se è un Paese lontano e poco conosciuto. E subito ci chiediamo se ci vedremo un'altra volta in quell'occasione, perché non vediamo l'ora di ripartire anche se la stanchezza è alla stelle. Salutiamo il Papa e piano piano ci avviciniamo verso le uscite. Ci aspettano 8 km prima di arrivare ai pullman. All'improvviso un temporale di coglie impreparati e finiamo il nostro cammino zuppi come spugne. Il nostro viaggio di ritorno inizia subito male, abbiamo già un'ora di ritardo sulla tabella di marcia e delle persone si sono perse tra la miriade di gente. Riusciamo a recuperarle e partiamo. Un pullman della nostra diocesi rimasto indietro si rompe, passeranno la notte a Cracovia e arriveranno a casa esattamente 12 ore dopo di noi. Noi continuiamo il nostro viaggio ma per la strada c'è tantissimo traffico a causa di una città blindatissima col timore degli attentati. Accumuliamo sempre più ritardo. Dovevamo arrivare a Graz, in Austria, per riposare intorno a mezzanotte e invece siamo arrivati alle 5 di mattina, dopo una nottata insonne per far compagnia agli autisti del pulmino più piccolo che erano stanchi come noi. Dormiamo qualche ora ospitati in uno stanzone di un convento dei frati, giusto per riprendersi e finalmente in qualche modo riusciamo a lavarci e ad usare un bagno decente. Facciamo un giro per la città e nel pomeriggio ripartiamo, avendo come meta casa. In serata riceviamo una brutta notizia: una pellegrina romana di 19 anni è deceduta nella notte a Vienna per meningite. Queste sono le notizie che stroncano le situazioni più belle. Una nota pastorale invita tutte le persone che hanno visitato il quartiere italiano a Cracovia di Casa Italia a fare la profilassi. Finalmente arriviamo a Poggibonsi intorno alle 1, salutando molto di sfuggita parenti e amici che erano venuti a darci il bentornato in Italia. Pensiamo soprattutto ai nostri compagni di viaggio, che sono stati la nostra famiglia in questi giorni pieni di gioie, paure, coraggio, ragazzi che non conoscevamo con i quali abbiamo condiviso tutto, anche le nostre cose più care e di cui normalmente saremmo gelosissimi. Gli abbracci sono infiniti, come se ci conoscessimo da tempo. La parola più pronunciata è grazie, grazie di tutto, grazie per esserci stato in ogni momento, sempre accanto a me, ridendo e piangendo, stanco o riposato, affamato o sazio, felice o triste. Grazie di tutto e che il Signore benedica i miei ed i tuoi, i nostri sogni sempre. Concludo la nottata con un antibiotico al pronto soccorso come profilassi per la meningite, una doccia calda e finalmente nel mio letto. Pronta per la prossima esperienza, per lasciare un'impronta e per incominciare a vivere, perché la nostra GMG non è finita con la messa conclusiva, ma, come ha detto Papa Francesco, è appena iniziata. È un trampolino verso la vita, senza "vivacchiare" e "vegetare", ma vivere!

 

Pubblicato il 3 agosto 2016

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