Detenuti di Ranza sul palcoscenico per ridere di vita vissuta e trovare nuovi stimoli

Sul palcoscenico per ridere della vita. Questo lo spirito che ha portato i detenuti della Casa di Reclcusione di Ranza, a San Gimgnano, a cimentarsi nelle vesti di attori per una sera in “Ciak si ride”. Lo spettacolo è l'evento finale del laboratorio di espressività creativa condotto dal funzionario giuridico pedagogico Emanuela Cimmino al quale hanno partecipato, da ottobre, tredici detenuti dell’Alta Sicurezza.

 
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Sul palcoscenico per ridere della vita. Questo lo spirito che ha portato i detenuti della Casa di Reclcusione di Ranza, a San Gimgnano, a cimentarsi nelle vesti di attori per una sera in “Ciak si ride”. Lo spettacolo è l'evento finale del laboratorio di espressività creativa condotto dal funzionario giuridico pedagogico Emanuela Cimmino al quale hanno partecipato, da ottobre, tredici detenuti dell’Alta Sicurezza. 

La performance si è tenuta il 14 dicembre e ha raggiunto l’obiettivo prefisso, quello di fare ridere il pubblico, e non solo. Infatti non hanno riso soltanto gli spettatori ma tutti quanti, in un clima dove ognuno si è sentito a proprio agio a partire dagli attori. 

«I protagonisti di "Ciak si ride" – commenta Emanuela Cimmino, che ha svolto il ruolo di regista e di direttore artistico - hanno rappresentato in chiave ironica le vicissitudini quotidiane con le varie sfaccettature. Dal tema della famiglia, rivisitando la natività ai tempi della crisi economica, a quella di un disguido telefonico chiamando un taxi che condurrà il cliente in una clinica di pazzi. Ma c’era anche la scuola, una classe i cui alunni facilmente si distraggono e prendono l’insegnamento alla leggera mentre un tema si è svolto in una stazione ferroviaria. Qui si trovavano un milanese e un napoletano ad attendere il treno che li avrebbe portati alle loro rispettive famiglie per le festività di Natale. Nella sala d’attesa discutono animatamente delle differenze tra Nord e Sud, ma alla fine si salutano affettuosamente quando arrivano i treni che li porteranno alle loro rispettive destinazioni. E ovviamente è stato trattato anche il Natale in carcere, con lo sketch “La cella” , contesto nel quale gli attori hanno rappresentato se stessi». Si è trattato di pezzi di storia vissuta, introdotti da brani musicali per uno spettacolo che alla fine ha avuto l’effetto sorpresa per il numeroso pubblico con un balletto gospel con tanto di cappello rosso e stivali con i pompon. Testi e dialoghi degli episodi sono stati scritti dal funzionario giuridico pedagogico Emanuela Cimmino con la collaborazione degli stessi detenuti. «È stato un lavoro – conclude Cimmino - che ha permesso di esprimersi in maniera creativa, di inviare messaggi ridendo, di rompere gli schemi, e riaffermare se stessi».

Pubblicato il 19 dicembre 2016

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