Dieta e buoni propositi del nuovo anno: come non rientrare nei soliti circoli viziosi!

Iniziare la dieta dopo le feste natalizie è un tranello mentale

 FULVIA BRACALI
  • Condividi questo articolo:
  • j

Solitamente i primi giorni dell’anno portano una ventata di entusiasmo e buoni propositi, che però si infrangono spesso contro le solite scuse per rimandare il cambiamento (al lunedì, poi alla prossima settimana, al mese dopo al compleanno e infine al nuovo anno…): non aspettate di arrivare nemmeno al peso “di cifra tonda” o nascondervi dietro a qualsiasi scusa: non aspettate di toccare il fondo, perché il fondo non esiste! Non ci sarà il momento giusto, ma solo la volontà di affrontare ciò che per molti è un ostacolo insuperabile.

Ma, oggettivamente, sfruttando l’onda lunga dei buoni propositi, gennaio potrebbe essere il momento giusto per affrontare qualche cambiamento. Se pensiamo di doverci mettere in riga dopo le mangiate degli ultimi giorni, probabilmente qualche piccola riduzione di porzioni, accompagnata dal buon senso a tavola e un po’ di attività fisica in più, potrebbero già consentirci di stare bene in pochissimo tempo.

Ma non sempre, anzi quasi mai, è sufficiente mangiare di meno per ottenere la tanto desiderata perdita di peso. Perché ciò che deve cambiare è l’atteggiamento nei confronti del cibo. Le diete-digiuno, magari fatte nell’entusiasmo del momento o suggerite da chissà chi, fanno male al fisico, ma rischiano anche di compromettere quella che potrebbe essere una nuova opportunità, oscillando tra il seguire regole rigidissime e l’infrangerle tutte! Infatti non è raro che, per rimediare, si ricerchi la perfezione: eliminando - per non si sa quanto tempo - pane, pizza, pasta, condimenti e… quasi tutto! Poi ci si impone un’ora di attività fisica tutti i giorni e 2 litri di acqua da bere dall’oggi al domani, crema anticellulite tutte le sere accompagnata da tisane depurative. Sarebbe bellissimo farlo, ma non se si pensa che questo equivalga quasi a partire per la guerra. Perché è qui che nasce il circolo vizioso, perché vien da sé che, in questo clima militaresco, tanto varrebbe togliersi quell’ultima voglia di dolce o del piatto preferito prima di iniziare! In questo stato di ricerca di perfezione, ma direi più di confusione fisica, mentale ed emotiva, pensare alla dieta come una dimostrazione di forza e sopportazione, pensando che non esisterà più niente di piacevole a tavola… porterà al fallimento.

Infatti non è che molte persone non ottengono risultati perché non hanno seguito bene la dieta, ma perché questa era proibitiva già dal principio. Oppure semplicemente non si era pronti: di solito le cause di questo piccolo insuccesso sono da ricercarsi nel fatto che le motivazioni per cui si vuol perdere peso hanno in realtà poco a che fare con la dieta, ma piuttosto riguardano un buon rapporto con il cibo o con il nostro corpo, o l’autostima ecc. Ma sicuramente in molti casi c’è sicuramente una mancanza di vera motivazione e una insufficiente forza di volontà (che poi tramuta il tutto in un circolo vizioso riportando a sfiducia in sé stessi, senso di frustrazione, con la convinzione di essere incapaci nel raggiungere gli obiettivi o i risultati desiderati!). Purtroppo non è la dieta a dover funzionare, ma la capacità di seguirla, ossia come noi ci poniamo di fronte al cambiamento.

Fare una dieta dopo l’altra non è salutare. E, soprattutto, dopo averne fatte molte, sembra difficile e inutile iniziarne una nuova. Non è raro sentire racconti di fallimenti, ma che in realtà dipendono dalla totale sfiducia nel cambiamento. Innanzitutto va detto che, probabilmente, una buona parte delle diete fatte fino a quel momento non erano così corrette: troppo restrittive e senza alcun principio medico-scientifico; quasi certamente troppo rigide, e che possono oltretutto amareggiare l’esistenza: perché ci fanno sentire affamati, danno ansia, frustrazione privandoci di ciò che ci piace. Ma anche questi stessi pensieri negativi sul non riuscire, o che tanto sarà l’ennesimo buco nell’acqua, possono essere causa stessa dell’insuccesso. Perché si scontrano con la forza di volontà e danneggiano la propria determinazione.

Pensare al vostro percorso non come fatica, ma come possibilità, anzi meglio un’opportunità invece che difficoltà, potrebbe rappresentare la chiave del successo.

Se siete convinti di voler cambiare, allora ci riuscirete! L’importante è avere un obiettivo solido su cui lavorare per mantenere la volontà nel tempo. Ma rivolgetevi ad un Professionista del settore che vi insegni e guidi passo dopo passo a cambiare stile di vita, a mangiare in modo sano ed equilibrato, nelle giuste quantità e senza fame. Trovate qualcuno che non si fermi al solo calcolo di proteine e carboidrati, ma che vi sappia anche ascoltare per aiutarvi al meglio in un percorso personalizzato.

Ma, per prima cosa, definite i vostri obiettivi: perché avere chiaro perché si vuol seguire una dieta (parola di cui si è troppo ed ingiustamente abusato identificandola solo a fatica, restrizioni, stress: sarebbe quindi meglio associarla a “stile di vita” o chiamarla regime alimentare!) è fondamentale per raggiungere il risultato. Darsi un obiettivo vuol dire mettere in campo energie per fare qualcosa che dà soddisfazione, che gratifica, che si fa con piacere e senza sforzo. Dimenticatevi che la dieta “inizia e finisce”. Quando si sarà imparato a mangiare bene, non si smetterà più!

L’approccio emotivo avrà un’importanza essenziale quando si vuol dimagrire. È importante quindi anche capire se si mangia per coprire stati emotivi. Ad esempio: si mangia per tristezza? O per noia? O per cos’altro…? È abbastanza comune ricorrere al cibo come “balsamo emotivo” (es. per una discussione in famiglia o sul lavoro, per una brutta giornata ecc.): in questi casi si mangia in modo compulsivo per sentirsi meglio, quasi senza pensarlo. Forse potrebbe esser d’aiuto apprendere come regolare le proprie emozioni, così che non siano di impedimento nel raggiungere i propri obiettivi, qualunque questi siano. Anche se potrebbe essere difficile farlo da soli, e quindi necessario l’aiuto di un Professionista che si occupi di questi stati psicologici che accompagnano la difficoltà del dimagrimento. Certamente, sarebbe importante vivere con consapevolezza le nostre emozioni, sia quelle positive che quelle negative, così da poterle pian piano dominare. Ricompensandoci, ma non con il cibo.

È indiscutibile, e provato scientificamente, che il sistema di ricompensa del cervello si attiva quando si mangia e questo vuol dire che quando mangiamo si prova un piacere istantaneo. Questa sensazione è maggiore se si tratta di alimenti ricchi di grassi e zuccheri. Il cibo è buono, per fortuna. E c’è la necessità fisica di mangiare per mantenersi in buono stato di salute.

Però si può “allenare” la nostra mente a sviluppare un desiderio ancora più forte nel seguire un’alimentazione più salutare, che ci permetta di sentirci sempre bene (e non solo per qualche minuto!). Smettere di mangiare certi alimenti è penalizzante solo se lo si vive come tale. Se invece si considera questo processo come un percorso per sentirsi meglio, probabilmente sarà meno traumatico. L’intenzione non è seguire la dieta di un mese, per prepararsi alla prova costume, ma cambiare definitivamente il modo di nutrirsi. Questo vuol dire interiorizzare la volontà del cambiamento. Se continuerete a credere che seguire una dieta sia noioso, non solo non starete bene ma, prima di cominciare o poco dopo, rinuncerete, abbandonando anche quanto di buono si era raggiunto!

I momenti di demotivazione ci saranno, ma esserne consapevoli crea un vantaggio: si possono anticipare, individuare e cercare di ristabilire la volontà e farsi aiutare. Spesso, infatti, capita che quando non si riesce a seguire la dieta si smetta di recarsi dal Dietista per i controlli (forse per vergogna o per senso di inutilità dell’incontro?!). Ma è proprio in quei momenti, prima che si instauri un vero problema, che è bene parlarne con il Professionista. Insieme potreste adattare le indicazioni nutrizionali, magari aggiungendo alla dieta proprio quel qualcosa che soddisfi di più il desiderio di mangiare o altri aggiustamenti che limitino il senso di privazione.

Concludendo: se si desidera un rinnovamento nel nostro stile di vita partendo dall’aspetto nutrizionale, scegliere di seguire uno schema alimentare, e quindi un Nutrizionista, è un passo necessario, ma che viene dopo aver riflettuto e compreso le nostre motivazioni al cambiamento. La disponibilità a seguire una dieta e fare un’adeguata attività fisica, allora ci sarà tutta. Ma perché avremo maturato quella giusta determinazione e consapevolezza che è alla base di qualsiasi nuovo progetto.

Fulvia Bracali si è laureata in Dietistica all'Università degli Studi di Siena nel 2008. Nel 2011 ha conseguito un Master di 1° livello in Disturbi del Comportamento Alimentare in età Evolutiva presso l'Università degli Studi di Firenze. Dal 2008 ad oggi lavora con dedizione e soddisfazione nell'ambito della ristorazione scolastica e non solo, per alcuni Enti Pubblici e Privati. Dallo stesso anno ha intrapreso l'attività ambulatoriale presso vari poliambulatori. Ogni anno frequenta corsi di aggiornamento e di perfezionamento approvati dal Ministero della Salute (con accreditamento in Educazione Continua in medicina - ECM) per ampliare e approfondire le conoscenze nei vari ambiti della Dietetica e della Nutrizione. E' socia ANDID (Associazione Nazionale Dietisti) e ADI (Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione) dal 2009.

Clicca qui per sapere di più sulla Dr.ssa Fulvia Bracali

 

Potrebbe interessarti anche: Bistecca alla fiorentina e pomodoro Borsa di Montone: new entry nei prodotti tradizionali

Torna alla home page di Valdelsa.net per leggere altre notizie

Pubblicato il 9 gennaio 2021

  • Condividi questo articolo:
  • j
Torna su