Guardia di finanza, ancora lavoro nero in provincia di Siena

Sanzionato il datore di lavoro che dopo l'intervento ha regolarizzato il lavoratore

 PROVINCIA DI SIENA
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In ottica di tutela e di vicinanza alla collettività ed alle imprese oneste, il Corpo si pone quale baluardo a salvaguardia del corretto funzionamento delle logiche di mercato, affinché possano essere adeguatamente contrastate tutte le fenomenologie distorsive come la concorrenza sleale, l’abusivismo commerciale, il lavoro irregolare e le svariate altre forme evasive ed elusive. Assidui quindi i controlli che hanno consentito ai militari di vagliare diverse tipologie di settori economici.

In tale contesto, una pattuglia delle Fiamme Gialle, nel corso di un intervento presso un cantiere edile in Val di Chiana finalizzato al rispetto della sicurezza nei luoghi di lavoro, si è imbattuta in un lavoratore intento a svolgere le proprie mansioni “in nero”. Gli accertamenti, prontamente eseguiti con scrupolosa meticolosità anche con l’ausilio delle banche dati in uso, hanno infatti permesso di rilevare – sebbene all’atto del controllo lo stesso avesse dichiarato di essere correttamente impiegato per una società di consulenza di lavoro l’irregolarità lavorativa, previdenziale ed assicurativa del soggetto.

La posizione è stata prontamente comunicata al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro che provvederà all’irrogazione di una pesante sanzione pecuniaria nei confronti del titolare dell’attività che nel frattempo, proprio grazie all’intervento delle Fiamme Gialle, ha provveduto a regolarizzare il rapporto lavorativo.

L’azione dei finanzieri rientra in un più ampio piano del Comando Provinciale di Siena volto ad individuare situazioni di sfruttamento di manodopera che, oltre a costituire una grave forma di concorrenza sleale nei confronti degli operatori economici onesti e rispettosi della legalità, rappresentano principalmente un danno in capo ai lavoratori stessi, ai quali, infatti, non vengono riconosciuti i più basilari diritti previsti dalla legge.

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Pubblicato il 29 giugno 2020

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