Il 'giornalismo del terrore': guida galattica per negazionisti del Covid-19

Quando il sonno della ragione genera mostri

 STEFANO CALVANI
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Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad una crescita esponenziale dei nuovi positivi al  virus Covid-19. Con. Il progressivo ritorno ad una situazione di allerta, la cittadinanza tutta  è tornata ad osservare quelle poche, semplici regole che ci permetteranno di scongiurare un nuovo lockdown…

Vorrei tanto poter continuare a raccontare questa storia, eppure non posso, e vi dico subito il perché: a mio avviso è mancata da parte di molti di noi il sacrosanto senso di responsabilità utile per fronteggiare questa emergenza in cui ormai da mesi tutto il mondo si trova. 

“Non ce n’è coviddi”, un brutto esempio da Mondello

Ci troviamo a Palermo, più nello specifico sulla spiaggia di Mondello. Una signora viene intervistata ‘al volo’ da una giornalista della trasmissione televisiva Pomeriggio Cinque. Alla donna, divenuta famosa poi come Angela da Mondello, viene chiesto delle precauzioni da prendere per contrastare il virus: “Signora, l’avete portata la mascherina? Sapete che se poi vi avvicinate la dovete indossare?”. Lei pare proprio rilassata e soprattutto sembra anticipare ironicamente gli eventi che si sono rincorsi in questi mesi e infatti afferma: ”Sisi, poi a settembre ci chiudiamo tutti a casa”. A mio parere un cattivo esempio per tutti noi, ripetuto fino all’esasperazione sia in tv che sui social media. Risata amara.

Relax estivo

Da fine maggio ad oggi ci siamo tremendamente rilassati. Ne sono convinto al 200%. Pensate che uno degli ultimi report forniti dal’Istituto Superiore di Sanità riporta che il 77% dei focolai si registrano in famiglia. Insomma, evidentemente non abbiamo capito che baci, abbracci e pranzi in famiglia con troppe persone sono da evitare. Lo dico con il cuore in mano: è passato da tanto il momento di fare i balocchi con le ipotesi di complotto. Adesso ognuno di noi deve fare appello al proprio senso di responsabilità e ragionare con il buon senso. Ciò include anche contare fino ad (almeno) un miliardo prima di usare il termine dittatura. Ok?

Il giornalismo del terrore

Oltre ad essere diventati i virologi, questa pandemia ci ha permesso di trasformarci anche in esperti giornalisti. E non lo dico con ironia, è un dato di fatto. Di giornalisti ormai pullulano i social network, tanto che quelli veri a stento riescono a ritagliarsi un spazio, a spallate. Insomma, il nostro lavoro non lo sappiamo fare perché spaventiamo la gente oppure siamo faziosi ed abbiamo interesse nel generare paura. A questo punto la domanda è una: cosa ci guadagnano questi malvagi giornalistiSappiate che se finiamo in lockdown andiamo a casa pure noi. Saremo costretti a sorbire le conseguenze che patirete tutti voi, proveremo le medesime paure che provano tutti. Forse addirittura amplificate, avendole raccontate per mesi dalla scorsa primavera fino ad oggi. Perciò una preghiera: non chiamatelo “giornalismo del terrore” piuttosto, a volte ci potrà essere il “terrore di fare giornalismo”. Ad ogni modo andremo avanti per la nostra strada, l'alternativa sarebbe quella di lasciare l'informazione in mano di sedicenti esperti di social, gruppi Facebook in cui regna sempre più il caos e la maleducazione. Per me tutte le insinuazioni, gli insulti o le offese che mettono in dubbio la professionalità di quell’informazione precisa e puntuale rappresentano delle valorose medaglie.

Stefano Calvani 

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Pubblicato il 24 ottobre 2020

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