Il viceministro dell'Interno Mauri alla moschea di Colle: «Risposta del territorio molto positiva»

Mauri si è espresso in merito al ruolo delle istituzioni dichiarando di essere «venuto per portare un segno chiaro di vicinanza solidarietà dello Stato e del governo» e ha inoltre voluto sottolineare l’attivismo della compagine governativa nell'affrontare un tema fondamentale come quello del dialogo interreligioso, affermando che «c’è un tavolo di discussione e di scambio tra mondo islamico e lo Stato, è un percorso aperto e ci sono tutte le condizioni per portarlo avanti». A preoccupare molto il viceministro è però il «clima di odio e di paura su cui qualcuno cerca di giocare una partita politica»

 COLLE DI VAL D'ELSA
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«In un clima di paura, tutti hanno paura, sia quelli che provano a costruirla che gli altri, e quindi nessuno ne trae beneficio». Queste le parole del viceministro dell’interno Matteo Mauri all’uscita dall’incontro avvenuto ieri alla Moschea di Colle di Val d’Elsa per far sentire la vicinanza delle istituzioni alla comunità islamica locale, dopo il sequestro dell’arsenale in mano ad un gruppo di estrema destra.

All’incontro erano presenti anche il sindaco Alessandro Donati, il prefetto di Siena Armando Gradone e Yassine Lafram, presidente dell’Ucoii (Unione delle Comunità Islamiche d’Italia), che soltanto pochi giorni fa, aveva dichiarato di aver avvertito una certa freddezza da parte delle istituzioni nazionali in merito alla questione e aveva auspicato una riposta forte anche da parte loro. Mauri si è espresso proprio in merito al ruolo delle istituzioni dichiarando di essere «venuto per portare un segno chiaro di vicinanza solidarietà dello Stato e del governo» e ha inoltre voluto sottolineare l’attivismo della compagine governativa nell’affrontare un tema fondamentale come quello del dialogo interreligioso, affermando che «c’è un tavolo di discussione e di scambio tra mondo islamico e lo Stato, è un percorso aperto e ci sono tutte le condizioni per portarlo avanti». A preoccupare molto il viceministro è però il «clima di odio e di paura su cui qualcuno cerca di giocare una partita politica», e a suo avviso è possibile notare che «alcune persone fino a qualche anno fa non avrebbero avuto il coraggio di definirsi razziste e oggi invece lo fanno con più forza. È un problema per tutti non solo per chi subisce il razzismo».

Mauri è rimasto invece positivamente colpito dal dialogo avuto con la comunità islamica, locale dopo la vicenda che l’ha terribilmente scossa: «Ho trovato una realtà straordinaria che ha vissuto con sconcerto quello che è successo, ma che ha trovato intorno a sé una grandissima solidarietà sia dei cittadini di Colle, che delle istituzioni, dalle forze ordine, dall’arcivescovo». Il viceministro ha quindi sottolineato il valore del contributo e della vicinanza offerta dall’intera provincia di Siena: «La risposta del territorio è stata molto positiva, sia sull’intolleranza che sull’antifascismo. La società fa molto bene a dare segnali in merito, se nessuno parla, allora si è d’accordo, invece in questo caso la stragrande maggioranza dei cittadini ha dimostrato di non essere d'accordo con gli estremisti». Il viceministro ha voluto anche sottolineare che il plauso di tutti va dato alle forze dell’ordine per essere riuscite a neutralizzare la minaccia.

La deputata Susanna Cenni in un comunicato ha voluto mettere in risalto l’identità e i valori antifascisti che contraddistinguono Siena e la sua provincia «la storia ci insegna che le terre di Siena sono democratiche e antifasciste. Questi valori sono nel nostro DNA e non si piegheranno di fronte al vento nero di una destra xenofoba, antidemocratica e razzista che soffia anche in questi territori».

Con un post su Facebook il Presidente della comunità Musulmana di Colle Val d’Elsa Firas Jabarin, il vice presedente Abdel Qader M. e tutto il direttivo della Moschea El-Redwan hanno ringraziato Il viceministro dell'Interno Matteo Mauri, il prefetto di Siena Armando Gradone e gli amministratori locali per la preziosa visita fatta alla Moschea di Colle di Val d’Elsa: «La nostra comunità è tanto grata a tutti coloro che hanno dimostrato la loro vicinanza a noi- continua il post- e siamo orgogliosi e lieti di riceverli nella loro Moschea a Colle. La nostra pacifica comunità Musulmana manda un messaggio di pace a tutti, e invita tutti ad essere tranquilli e di continuare nel processo dell’integrazione positiva e progressiva per una società coesa e felice».

 

Nel frattempo continua la vicenda giudiziaria di Yuri e Andrea Chesi, i due uomini accusati di aver detenuto illegalmente esplosivo e armi da guerra. Il gip, su richiesta dell’avvocato difensore, ha concesso a Yuri Chesi il permesso di tornare a lavoro, anche se continua ad avere l’obbligo di dimora, mentre il padre Andrea rimane agli arresti domiciliari.

Vincenzo R. Battaglia

Pubblicato il 21 novembre 2019

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