Imperialismo economico: può la scienza economica spiegare fenomeni che vanno al di là dei suoi temi?

L'economia "conquista" ogni altro campo di studio e con i propri concetti, ritenuti "superiori", interpreta ed analizza numerosi fenomeni: dalla discriminazione alla criminologia, dalla giurisprudenza alla psicologia. E molto altro

 SIMONE MORMONE
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Significato ed origine

Con il termine “Imperialismo” si definisce solitamente l’estensione di supremazia, controllo e predominio di uno stato su altre nazioni con annesso esercizio di un potere centrale ed autoritario sia territoriale, che politico ed economico.

Può la teoria economica, con le sue strutture, i suoi concetti e le sue caratteristiche, imporsi come riferimento assoluto su altri campi di studio e risolvere problemi legati ad altre materie?

A queste domande risponde Gary Becker, un economista/sociologo statunitense, vincitore del premio nobel per l’economia nel 1992 e promotore di una visione in cui la scienza economica con i suoi annessi strumenti risulta centrale nello studio di temi anche molto lontani, per contenuti e caratteristiche, dall’economia.

Procediamo con ordine.

Gli strumenti della teoria economica

I concetti di base assunti dall’imperialismo economico derivano, come già anticipato, dalla teoria economica e più in particolare dalla “Microeconomia”.
Molto brevemente, in microeconomia l’oggetto di studio è il singolo individuo (o la singola impresa) che ha come caratteristica principale la “razionalità”, ovvero, agisce sempre perseguendo un fine preciso che è quello della massimizzazione della propria “utilità” (o del profitto, nel caso di un’impresa).
L’utilità è una misura del grado di soddisfazione tratta da un qualunque bene.
Consci delle proprie preferenze, consumatori e produttori danno vita ad una serie di “scambi” e l’incontro tra domanda ed offerta determina il prezzo di ogni bene.

La logica economica applicata ad altri campi di indagine: discriminazione, criminalità, famiglia, istruzione

Le “aree di conquista” raggiunte dalla scienza economica sono svariate. Tra le tante troviamo la sociologia (approfondita in seguito), psicologia, giurisprudenza, religione, sistema tributario e persino il catastrofismo ambientale!

Tutte queste discipline, talvolta di natura profondamente diversa, sono accomunate proprio dal metodo economico e, più precisamente, nel suo utilizzo finalizzato all’interpretazione dei fenomeni oggetto di studio di queste materie.
Questa è la vera forza della visione sviluppata da Becker.
Il principale punto che emerge dal suo pensiero riguarda infatti l’assegnazione dell’appellativo di economista: non si è tali perché si studia l’economia ed il suo funzionamento, ma lo si è in virtù dell’utilizzo dei suoi concetti essenziali (precedentemente accennati) al fine di comprendere il significato di azioni, comportamenti e fatti che (sembra) non abbiano niente a che fare con l’economia.
Di seguito sono riportati alcuni esempi chiarificatori.

La più importante applicazione dei concetti microeconomici alla sociologia riguarda la discriminazione che, sosteneva Becker, costituisce una “preferenza economica” di chi discrimina.
L’economista immaginava che a ciascun desiderio/preferenza dell’individuo, al pari di un qualunque bene materiale, fosse attribuito un prezzo. In tal senso, la discriminazione è un bene (immateriale), che i bianchi “acquistano”. Se la loro preferenza è quella di discriminare pagandone il prezzo, allora in virtù delle considerazioni fatte in precedenza, si stanno comportando “razionalmente” al fine di massimizzare la loro utilità, il loro grado di soddisfazione. Significativa è la conclusione del ragionamento: economicamente parlando, la discriminazione danneggia in primis il gruppo discriminatore. Becker proponeva l’esempio di un datore di lavoro bianco (dotato del capitale) che non assume individui neri (dotati di lavoro). Assumendo solo bianchi quindi, la produzione complessiva è minore di quanto non sarebbe nel caso in cui fossero assunti anche lavoratori neri.

Un altro fenomeno analizzato utilizzando la teoria economica come lente di ingrandimento è la criminalità.
Questa infatti è un comportamento completamente “razionale” se l’individuo, dopo aver effettuato (anche inconsciamente) un’analisi dei costi (possibilità di essere scoperto, durezza della pena, ecc..) -benefici, ritiene che quest’ultimi siano maggiori dei primi decidendo così di infrangere la legge.
Lo stesso ragionamento è applicabile alle decisioni sull’istruzione: se i guadagni futuri (attesi) superano le spese per le rette scolastiche ed i mancati introiti legati al periodo non-lavorativo impiegato per lo studio, allora l’individuo decide di effettuare un “investimento” e optare per la formazione.

In ultimo, anche se come anticipato tali ragionamenti sono applicati a molti altri campi, è utile analizzare la dinamica delle famiglie per sottolineare ancora una volta l’eloquenza dell’imperialismo economico.
Il matrimonio segue ancora una logica di massimizzazione dell’utilità: sposarsi permette la produzione di “beni” quali l’amore, serenità, piacere, pasti e… figli.
Quanto costa in termini reali un figlio? Quanto in termini di tempo dedicatogli? E a quanto ammonta l’utilità affettiva tratta dal metterlo al mondo?
Per Becker, i figli sono considerati “beni durevoli”. Al pari di un macchinario o un elettrodomestico.

Critiche e conclusioni

Come ben si evince dall’ultimo esempio preso in considerazione, molte volte si ha bisogno di alcune forzature per la corretta applicazione del ragionamento. Basti pensare inoltre alla pretesa di “calcolare” il benessere di un qualsiasi individuo o l’attribuzione di un prezzo ad ogni variabile oggetto di studio. Come può uno stato mentale come la felicità essere in qualche modo “calcolato”? Su quale base ed in che misura avviene l’attribuzione di un prezzo ad un desiderio?
Rendere la moneta come unità di misura di tutto, in modo universale, prescinde da giudizi morali, di valore e culturali di cui gli individui certamente tengono conto e presuppone che questi siano tutti uguali tra loro.

Sicuramente, però, la prospettiva di Becker non solo risulta significativa ed utile all’analisi di molte dinamiche comportamentali nel caso della sociologia, ma è molto efficace per l’indagine in molte altre “terre di conquista” dell’imperialismo economico.

Simone Mormone

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Pubblicato il 19 luglio 2020

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