Imprese e rifiuti, Rete Imprese Italia: «Basta con la doppia imposizione»

«Lo facciamo a prescindere dagli sviluppi nell'inchiesta sull'affidamento dell’incarico di Gestore unico, nel merito della quale non entriamo – osserva Carlo Conforti, Presidente di turno del raggruppamento – ma continuiamo a registrare incrementi nei costi che ricadono sugli utenti e decremento della produttività, intesa come percentuali di rifiuti avviati alla raccolta differenziata. La spesa pubblica nel territorio di riferimento per la gestione rifiuti arriva a 12milioni di euro annui, ben superiore al fabbisogno di 9,3 milioni stimato dal Ministero dell’Economia»

 
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«Non importa chi fa il Presidente, quello che interessa alle imprese è che la gestione sia più efficiente, e che le tariffe siano ridotte attraverso una razionalizzazione dei costi. Lo chiediamo da tempo e lo ripetiamo oggi più che mai». E’ ciò che si aspetta da Sei Toscana Rete Imprese Italia, il raggruppamento delle sigle di commercio e artigianato in provincia di Siena che dopo averlo fatto a più riprese in passato torna a sollecitare “fatti concreti”: «Lo facciamo a prescindere dagli sviluppi nell’inchiesta sull’affidamento dell’incarico di Gestore unico, nel merito della quale non entriamo – osserva Carlo Conforti, Presidente di turno del raggruppamento – ma continuiamo a registrare incrementi nei costi che ricadono sugli utenti e decremento della produttività, intesa come percentuali di rifiuti avviati alla raccolta differenziata. La spesa pubblica nel territorio di riferimento per la gestione rifiuti arriva a 12milioni di euro annui, ben superiore al fabbisogno di 9,3 milioni stimato dal Ministero dell’Economia; su questo ammontare la componente fissa pesa per il 69 per cento, ben più di quanto avviene altrove. In questo contesto, assistiamo da tempo ad una contraddizione tra volume di raccolta dei rifiuti e tariffa: la prima negli ultimi anni è scesa, la seconda ha continuato a crescere».

Rete Imprese Italia stigmatizza in particolare il fenomeno della "doppia imposizione" che grava sulle imprese e che non accenna ad interrompersi, nonostante disposizioni normative in tal senso: «Recentemente un Decreto legislativo ha chiarito che la TARI non può essere applicata su quelle aree di lavorazione industriale ed artigianale i cui residui sono prevalentemente considerati e tassati come rifiuti speciali – aggiunge Conforti - allo stato attuale invece ci sono imprese che sono obbligate a pagare due volte: da una parte le aziende speciali di trattamento dei rifiuti speciali, dall’altra Sei Toscana per la TARI. La provincia di Siena in particolare subisce questo fenomeno ancor più di quelle circostanti: giusto un anno fa avevamo confrontato la TARI applicata su nove categorie imprenditoriali delle tre provincie della Toscana sud, e l’onere ‘senese’ era risultato il più ingente nella totalità dei casi. Un anno prima invece avevamo documentato come la fiscalità locale nel nostro territorio fosse quasi triplicata nell’arco di quattro anni, a fronte di investimenti pubblici più che dimezzati. In questo contesto oggi ci sembra quantomeno doveroso chiedere al gestore del servizio rifiuti un adeguamento di efficienza, nell’interesse delle imprese ma anche di tutta la comunità». 

Pubblicato il 11 marzo 2016

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