Inchiesta su pedopornografia, Mazzei: ''Essenziale lavorare sulla prevenzione''

''È fondamentale il prezioso lavoro delle forze dell’ordine che instancabilmente si adoperano per poter scovare chi è autore di questo tipo di reati indicibili''

 SIENA
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“Questa volta si tratta di pedopornografia. Le caratteristiche della pornografia e ancor più della pedopornografia racchiudono in sé infiniti rischi, fra i quali senza dubbio quello di essere un fenomeno che per sua natura passa inosservato. Non perché non sia rilevante, ma ha una portata a tal punto alienante, violenta e pervasiva da risultare ai più inimmaginabile”.

È quanto dichiara Alice Mazzei, coordinatrice della la commissione diocesana Sp.A.M. Spazio ai Minori (la commissione dell’Arcidiocesi di Siena - Colle di Val d’Elsa - Montalcino per la Tutela dei Minori) in merito alla maxioperazione Big Surprise - eseguita dagli investigatori della Polizia postale di Firenze, coordinati dalla Procura della Repubblica di Firenze - di contrasto alla divulgazione sulla rete internet di materiale pedopornografico, coordinata dal Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online, che sembra coinvolga anche la provincia di Siena. “La presa di distanza - aggiunge Mazzei - che ciascuno fa comprensibilmente e interiormente rispetto a tali aberrazioni rischia di tradursi in una presa di distanza effettiva dal fenomeno, che essendo conosciuto e approfondito per lo più nei circuiti investigativi e penali appare ancora troppo poco”.

È fondamentale - conclude Mazzei - il prezioso lavoro delle forze dell’ordine che instancabilmente si adoperano per poter scovare chi è autore di questo tipo di reati indicibili. Appare importante però sottolineare che è necessario poter incrementare un’azione preventiva che coinvolga le famiglie e la popolazione tutta. Non bisogna dimenticare che dietro ad un bambino vittima di pedofilia c’è sempre una famiglia che per infinite ragioni, fra cui in alcuni casi una scarsa consapevolezza (pensiamo ad esempio all’annosa questione della condivisione di immagini di minori sui social), non ha saputo o non ha potuto proteggerlo”.

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Pubblicato il 14 aprile 2021

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