L'avventura di Stefano Vittori, da Poggibonsi a Bristol nel team di Robbie Williams

Dalla provincia di Siena, in una realtà in cui non veniva compreso e apprezzato, all'Inghilterra, lavorando per personaggi di fama internazionale come Justin Timberlake, Daniel Radcliffe e molti altri, fino all'incontro con Robbie Williams, che lo ha preso nel suo team. Potrebbe essere riassunta così la storia di Stefano Vittori, ma è invece una storia che parla anche di difficoltà e d'incomprensione e che ha il sapore dolce della felicità e della soddisfazione, quello che si sente quando il proprio merito viene riconosciuto e i sogni si avverano. Gli abbiamo fatto qualche domanda

 STEFANO VITTORI
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Raccontaci un po' di com'è nata l'esigenza di questa partenza. Da molto tempo vivi all'estero? Come mai hai deciso di andartene?

«The Street, parto proprio da questo nome, che poi più che un nome era un progetto dalle visioni troppo internazionali per un paesello di provincia. Sono partito per l'Inghilterra proprio perché la mia attività (The Street) non era così "apprezzata" come doveva, un negozio con uno spazio per parrucchieri, uno per i tatuaggi e un palco per la musica live, sì, tutto sotto lo stesso tetto, e sì, a Poggibonsi, nel 2012. Troppa avanguardia, gettata tutta insieme, e un sistema burocratico non commentabile mi hanno fatto capire che l'Italia non poteva essere il posto per me. Dove si preferisce affossare il prossimo per sentirsi più forti, dove l'immobilismo e l'invidia divorano tante persone. Quindi, armato di tanta forza di volontà e speranza ho deciso di trasferirmi in un Paese dove la meritocrazia è alla base di tutto, dove il lavoro è davvero un diritto e dove la musica e l'innovazione vanno a braccetto come in Italia vanno Uomini & Donne e il calcio. Trasferirsi da Poggibonsi a Londra, non è così facile e qui mi sento di poter dare tanti consigli alle persone che vedono Londra come la meta dei sogni. Si, è una città incredibile, con mille opportunità, ma non è oro tutto quel che luccica, per esperienza personale io la consiglierei a chi ha già una professione qualificata e a chi è ancora nella fase "delle esperienze di vita". Sì perché la qualità della vita a Londra è veramente pessima (soprattutto per noi italiani, che siamo abituati a ben altri tenori di vita). Per avere una casa con una stanza da letto in una zona carina, per esempio, devi sborsare dalle 1400 sterline al mese, in su. Ed è vero che gli stipendi sono più alti, ma il fatto che uno stipendio intero ti vada via solo per pagare l'affitto è una cosa inconcepibile. Quindi fino a che si è ragazzi e disposti ad abitare in case condivise la cosa rimane più ragionevole, ma quando si vuole pensare di avere una casa propria e una famiglia allora Londra diventa una delle città in cui non andare con prospettive future (a meno che non si guadagni moooolto bene, e parlo di almeno 2500 al mese a testa, in una coppia)».

Hai incontrato qualche difficoltà all'inizio?

«Detto questo, io e mia moglie abbiamo vissuto per un anno intero a Londra, io come parrucchiere e lei come infermiera. Un anno che comunque ci ha formato sia come coppia che come carattere, perché, come ho detto, vivere a Londra non è facile, sia per le barriere linguistiche, sia per la qualità della vita. Ma ci ha insegnato tanto e soprattutto mi ha dato l'opportunità di entrare a lavorare per un'agenzia di parrucchieri che collabora con le più grandi riviste di moda del mondo, show televisivi e con tanti attori e musicisti. Pochi mesi fa ci siamo trasferiti a Bristol, una città di un milione di abitanti a 2 ore da Londra e a 15 minuti dal mare. Una città incredibile, dove puoi tranquillamente affittare un super appartamento nel pieno centro a quasi la metà dei costi di Londra, dove non hai bisogno dei mezzi di trasporto e dove le persone sono molto più rilassate senza però tralasciare la scena musicale e artistica che la fa da padrona. Una città universitaria, avanguardista che si sta sviluppando a vista d'occhio, dove l'innovazione appunto è una ricerca costante. Sì, magari per tanti "Londrofili" non farà figo dire di abitare a Bristol (perché purtroppo tanti vanno ad abitare a Londra solo per aggiornare la pagina Facebook) ma vi assicuro che è una città dove potersi costruire un futuro in maniera concreta».

Come ti trovi adesso e quali principali differenze trovi rispetto all'Italia?

«Le differenze rispetto all'Italia sono veramente tante ma vorrei approfittarne per sfatare il mito che in Inghilterra si mangia male. Sicuramente le materie prime non sono mai come quelle italiane ma qui ci capita spesso di assaggiare tanti tipi di cucine, dalla vietnamita alla greca passando per la spagnola e la giapponese. Ogni volta che usciamo possiamo andare in un posto con una tradizione culinaria diversa. Poi per non parlare del lavoro, qua c'è veramente lavoro per tutti, in tutti i settori. La burocrazia è molto più snella, le tasse molto più basse, i giovani sono incentivati. Poi la musica e l'arte... ogni sera puoi scegliere tra decine di concerti, esposizioni, gallerie d'arte, insomma, un altro mondo».

Com'è nata la collaborazione con Robbie Williams?

«Come avevo accennato sopra da un anno io lavoro per una grande agenzia Londinese che puntualmente mi chiama per vari lavori. Ho avuto la fortuna di lavorare per shooting di grandi marchi come VICE, Harrods, HBO, Vogue UK, Miss Selfridge e da settembre invece, il grande salto, il Graham Norton Show, con ospiti, Justin Timberlake, Daniel Redcliffe e appunto Robbie Williams. Quella è stata la prima "prova" per lui e proprio da li è scoccata la scintilla che mi ha fatto entrare in pianta stabile nel suo team. Lavoro con lui molto frequentemente, tra varie ospitate in show televisivi e concerti in giro per l'Inghilterra ma anche in Europa oltre all'aver partecipato alla realizzazione di un videoclip. Solo dopo qualche mese sto iniziando ad abituarmi all'idea che sto lavorando per un artista di fama mondiale, che vado in giro con lui, nei migliori hotel, che voliamo con il suo jet privato e che abbiamo tantissimi privilegi tra cui conoscere altre super celebrities. Pochi giorni fa ho incontrato Lady Gaga che è venuta a parlare in camerino con Robbie, come Sting o Justin Timberlake fino a Daniel Radcliffe. Una volta li vedevi solo in televisione e adesso sono reali proprio davanti a te, infatti comunque vada non smetterò mai di ringraziare in primis l'agenzia, il managament e Robbie stesso ma soprattutto mia moglie e la mia famiglia per avermi sempre assecondato e aiutato».

Pensi che un giorno tornerai? Ti piacerebbe?

«La mia idea è quella di aprire un "The Street" a Bristol nel 2017 e di avere una famiglia qui, quindi l'idea di tornare per adesso non ci passa nemmeno per l'anticamera del cervello anche perché tutto quello che abbiamo qui l'Italia non è pronta ad offrircelo. In futuro magari si, in vacanza, perché casa rimane sempre casa e la mia famiglia che mi ha dato l'opportunità di essere quello che sono adesso non potrà mai passare in secondo piano».

Chiunque voglia contribuire e raccontare la sua storia può scrivere a redazione@valdelsa.net.

Pubblicato il 14 dicembre 2016

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