Mettersi in proprio: cosa occorre per compiere questo passo?

In un periodo storico in cui trovare lavoro diviene sempre più difficile, tantissime persone valutano la possibilità di mettersi in proprio, ovvero di lavorare in modo autonomo sfruttando le proprie capacità e competenze, ma cosa è necessario per compiere questo passo?

 LAVORO IN PROPRIO
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Sicuramente gli step possono variare in modo importante da professione a professione, ma ci sono comunque delle fasi comuni a tutte le attività, scopriamo dunque quali sono.

Avviare l’attività a livello formale e legale

Anzitutto, per poter operare come lavoratore autonomo è necessario aprire una partita IVA, ovvero un codice attraverso il quale la persona fisica ha modo di fatturare e di dichiarare i propri guadagni.

Aprire una partita IVA significa dover rispettare una serie di oneri, in primis il regolare pagamento delle tasse e dei contributi previdenziali, i quali possono essere convogliati presso la cosiddetta “gestione separata” dell’INPS o anche in casse professionali, laddove si svolgano determinate tipologie di attività per le quali è richiesta l’iscrizione ad un ordine professionale.

A livello burocratico, la gestione di una partita IVA è piuttosto complessa, di conseguenza per esser certi di adempiere correttamente a quanto necessario è vivamente consigliabile affidarsi a un commercialista.

Curare al meglio la propria comunicazione

Mettersi in proprio significa iniziare a muoversi proprio come se si fosse un’azienda, di conseguenza bisogna attivare una serie di canali di comunicazione che sappiano rivelarsi efficaci e che costituiscano allo stesso tempo un biglietto da visita che sia indice di affidabilità e professionalità.

A questo riguardo, dunque, può essere utile realizzare un proprio sito web, attivare e gestire delle pagine nei social network, aprire degli studi professionali e gestire delle sedi fisiche, se necessario, e via discorrendo.

Restando in tema “tech” è senz’altro importantissimo procurarsi una mail professionale, come quelle proposte da www.tophost.it: questo è senz’altro il modo migliore di presentarsi a clienti, fornitori e altri soggetti, anche in considerazione del fatto che le email che chiunque può gratuitamente registrare presso gli appositi servizi disponibili online potrebbero essere considerate non attendibili e, di conseguenza, neppure aperte, e ciò implicherebbe un grosso danno in termini di business.

Realizzare delle efficaci strategie di marketing

Dal momento che, come appena detto, il lavoratore autonomo è di fatto un’azienda composta da un’unica persona, è altrettanto importante fare marketing: sono i clienti, ovviamente, a tenere in piedi una partita IVA, e bisogna riuscire a procurarsene il più possibile, ovviamente nel limite della mole di lavoro che si è in grado di gestire.

In che modo? Le soluzioni sono infinite, dalla pubblicità in riviste di settore alle inserzioni targettizzate nei social network, dai volantini cartacei fino all’intramontabile “passaparola”; tutto dipende, ovviamente, dal tipo di attività che si svolge, dalle modalità con cui è erogata, dal livello di concorrenza e da altri aspetti ancora.

Qualità e professionalità fanno la differenza nel lungo periodo

A far la differenza, ovviamente, sarà la qualità del proprio operato: se essa è valida i clienti soddisfatti saranno ben lieti di tornare, se invece non è all’altezza e non si è professionali, anche in termini di rispetto delle scadenze e di attenzione verso il cliente, sviluppare un buon business diventerà difficile anche laddove si attuino delle campagne di marketing molto ben curate.

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Pubblicato il 27 settembre 2021

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