Moria di pesci nel lago di Rancia, l'Arpat: «Le analisi non danno indicazioni circa la presenza di alterazioni chimiche. L'ipotesi è il collasso del sistema»
Sono disponibili i risultati delle analisi di laboratorio effettuate sul campione di acque prelevato dai tecnici di Arpat nel lago di Rancia, nel comune di Sovicille, dopo che si era verificata una moria di pesci. I dati però non danno indicazioni ulteriori circa la presenza di alterazioni chimiche che possano aver dato luogo all'evento
Sono disponibili i risultati delle analisi di laboratorio effettuate sul campione di acque prelevato dai tecnici di Arpat nel lago di Rancia (leggi la notizia), nel comune di Sovicille, dopo che si era verificata una moria di pesci. I dati però non danno indicazioni ulteriori circa la presenza di alterazioni chimiche che possano aver dato luogo all'evento.
«Il confronto del valore della conducibilità - fa sapere l'Arpat - del contenuto di solfati, bicarbonati e solfuri fa escludere una eventuale presenza massiccia di acque termali con caratteristiche simili a quelle della zona circostante, ipotizzato al momento della moria da alcuni. Inoltre la ricerca del set dei metalli potenzialmente tossici per la vita dei pesci ha dato esito negativo con valori al di sotto dei limiti di rilevabilità».
«Come riportato nella nostra precedente notizia - continua l'Arpat - le misure effettuate in campo hanno accertato una presenza di ossigeno nelle acque non compatibile con la vita dei pesci, ma che poteva essere correlabile ai processi di degradazione dovuti alla moria degli animali già in atto e non necessariamente esserne la causa. Pertanto alla luce anche delle analisi effettuate dalla ASL sugli animali morti, che non evidenziano cause certe per l'evento accaduto, l'ipotesi più probabile può essere quella di un collasso del sistema».
«In sintesi - conclude l'Arpat - l'ipotesi più probabile è che il laghetto, costituito da un sistema chiuso che non ha nessun scambio con corsi di acqua sia in immissione che in emissione, a causa della pregressa collocazione al suo interno di pesci, costituiti anche da specie alloctone, allo scopo di favorirne la pesca sportiva che è poi stata fatta cessare, è venuto a trovarsi in una situazione di disequilibrio ambientale che, favorito probabilmente anche da fattori climatici esterni, ha portato alla moria,in un primo momento dei pesci di piccola taglia, i quali hanno dato luogo ai primi processi fermentativi aerobici che sono stati causa della successiva degradazione dell'habitat fino a rendere insostenibile la vita anche per gli animali di taglia maggiore».
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Pubblicato il 15 ottobre 2014