Poggibonsi e il corso dello Staggia

Agli inizi del sec. XX, si cominciò a prendere in esame l’ipotesi di deviare il corso dello Staggia, allontanandolo dalle immediate vicinanze dell’abitato

 FRANCO BURRESI
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Anticamente il torrente Staggia lambiva l’abitato di Poggibonsi, presso la Porta Fiorentina, o di S.Jacopo,  o di Sotto.  Un ponte permetteva il collegamento con la strada regia per Firenze. Detto ponte descriveva, “a cagione della strada, un angolo nel salire e uno nello scendere” e ciò provocò, l’8 luglio del 1809, insieme al fatto che l’uscita dallo stesso era gremita di gente, il celebre episodio del ribaltamento della carrozza del papa.

Presso la porta  di Sotto, laddove iniziava la via Traversa per Pisa e Livorno, era situato un mulino, alimentato, come si vede in cartina, da una piccola gora. Il torrente disegnava quindi una curva, prima di proseguire il suo corso fino alla confluenza con l’Elsa.

La strada regia per Firenze, a differenza di oggi, seguiva per un tratto il corso del torrente, poi girava allontanandosene e proprio nel punto in cui si staccava dal corso d’acqua, in corrispondenza con un vecchio ponticino, come si vede sempre dalla cartina, era posto il celebre Oratorio della Madonna del Piano o delle Grazie, che, come ci racconta il Pratelli, per questo motivo era chiamata anche Madonna del Ponte.

Spesso le piene dello Staggia inondavano la zona limitrofa al paese, ma soprattutto il prato antistante a tale Oratorio, tanto che lo stesso, nonostante i vari tentativi messi in campo per salvarlo, fu dovuto abbandonare nella seconda metà del ‘700, come già narrato in altra occasione.

Il torrente continuò a creare problemi anche nell’ottocento, perfino alla ferrovia, in occasione della cui costruzione venne riedificato, in travertino scalpellato, il ponte, a spese della Società ferroviaria. Così, agli inizi del sec. XX, si cominciò a prendere in esame l’ipotesi di deviare il corso dello Staggia, allontanandolo dalle immediate vicinanze dell’abitato. Il lavoro, come narrato da me e Mauro Minghi nel libro “Poggibonsi dal primo novecento al fascismo”, comportò l’impiego di molti uomini ed animali e fu portato a termine nel giro di poco più di un anno, nel biennio 1911/1912, cosa eccezionale, considerati i mezzi di allora.

Franco Burresi

Nelle immagini: due dettagli di una cartina estratta dalla Cartografia Regionale Toscana, che saranno pubblicati, insieme ad altre cartine, nella nuova edizione del libro “La croce e l’albero - Poggibonsi nel XVIII secolo”  prevista, con tutta probabilità, per l’anno 2022.

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Pubblicato il 8 agosto 2021

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