Poggibonsi e la nuora protestante

Pellegrino ha due alternative: tornare a Poggibonsi a fare il ciabattino nella bottega del babbo ed affrontare una vita difficile e misera o tentare l’avventura

 FRANCO BURRESI
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Quando nel 1536 l’esploratore portoghese Pedro A. Campos giunge per primo su di un’isola delle Piccole Antille, la sua attenzione viene colpita da una specie particolare di fico (ficus citrifolia), che ha delle radici aeree simili a barbe. Chiama quindi l’isola, ricca di questi alberi barbuti,Barbados. Dopo di lui arrivano gli Spagnoli, i quali, riducendo in schiavitù i pochi abitanti Caribi e Arawak e portando loro le malattie europee per le quali loro non sono dotati di anticorpi, provocano la quasi totale estinzione della popolazione indigena. Quando infine vi arrivano gli Inglesi nel 1625, l’isola è così pressoché disabitata. Questi ultimi la ripopolano con schiavi africani, che impiegano nelle nuove piantagioni di canna da zucchero e tabacco. L’isola si dimostra sicura anche contro la pirateria, in quanto, per la sua posizione geografica rispetto ai venti, i velieri che volessero eventualmente attaccare si troverebbero a dover navigare controvento.

Quasi tre secoli dopo della scoperta dell’isola da parte del portoghese Campos, anche un poggibonsese mette piede a Barbados.

Si tratta di Pellegrino Sabatini, figlio di un calzolaio di Poggibonsi, che nel 1811, come ci racconta il Casini nel suo “Repertorio”, insieme ad altri poggibonsesi, viene arruolato nell’esercito napoleonico. Dopo la disastrosa campagna di Russia del 1812 e soprattutto dopo la sconfitta di Lipsia dell’ottobre 1813, la sorte di Napoleone sembra segnata. Il grande stratega deve partire per l’esilio dell’Elba e le truppe napoleoniche vengono sciolte. Gli ufficiali che lo vogliono vengono arruolati in altri eserciti, i soldati sono abbandonati alla loro sorte.

E’il maggio del 1814.

Pellegrino Sabatini a quel punto ha due alternative: tornare a Poggibonsi a fare il ciabattino nella bottega del babbo ed affrontare una vita difficile e misera o tentare l’avventura. Sale quindi, probabilmente, su una nave britannica e sbarca a Barbados, dove, “ora con la lesina, ora andando a servizio”, riesce a vivere diversi anni, senza fare però grande fortuna. Qui si innamora di una certa Caterina Dauvidis, di 27 anni, che sposa secondo il rito della religione protestante anglicana del luogo.

Nel febbraio 1820 Pellegrino decide di tornare a Poggibonsi con la sua compagna. La gioia di rivedere i suoi genitori dopo tanto tempo viene turbata tuttavia dal fatto che in casa non se ne vuol sapere di avere una nuora protestante, data la mentalità del tempo. Caterina, a quel punto, per ovviare a tale problema, si sottopone ad una sorta di catechismo accelerato, che le viene impartito dal proposto Quattrini. Questi, nonostante le difficoltà della lingua (Caterina non parla ancora bene l’italiano) riesce ad istruirla in breve tempo sui dogmi e i riti della religione cattolica, per cui il 1 gennaio 1821 Caterina può ricevere il battesimo, cui fanno seguito a ruota la cresima, la confessione, la comunione, dopodiché si può celebrare il matrimonio e fare tranquilli i suoceri.  Fanno da padrini in tali cerimonie i sig.ri Anna e Giuseppe Marzi. Tutto ciò, ci informa il Casini, fece “epoca nella nostra Patria”.

Interessante è anche, per capire la mentalità del tempo e la concezione della donna di allora, la descrizione che lo stesso Casini ci fa di Caterina; “Il personale di questa isolana è piuttosto piccolo, ma proporzionato e svelto, il suo carattere docile, la figura del viso non bella e tormato di littiggini, capello biondo e fronte rotonda. Piena poi di abilità in ciò che riguardasse cucire, stirare ed altri lavori da donna, che tutto insieme riunisce e presenta di avere una buona educazione”.

(V. C.Casini “Repertorio, ovvero storia patria di alcuni fatti e cangiamenti seguiti in Poggibonsi ed altrove, fatta da me Clemente Casini di detto luogo” a cura di G.Mantelli – Siena, 1986)

Franco Burresi

Immagini: soldati italiani dell’esercito napoleonico; l’isola di Barbados nelle Piccole Antille.

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Pubblicato il 5 aprile 2021

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