Sequestrati nel Chianti dalla GdF immobili per un valore di 1,7 milioni di euro
«Le indagini - fanno sapere le Fiamme Gialle - hanno consentito di far luce su un articolato meccanismo fraudolento realizzato dagli amministratori falliti, finalizzato ad occultare ai creditori della loro impresa un complesso immobiliare di rilevante valore e, in tal modo, distrarre risorse finanziarie dalla società debitrice per oltre 22 milioni di euro»
La Guardia di Finanza di siena hanno notificato a tre amministratori di una società senese, fallita nel 2013 e operante nel settore vitivinicolo e turistico-alberghiero della zona del Gallo Nero nel Chianti, un provvedimento di sequestro immobiliare per il reato di "bancarotta fraudolenta e preferenziale, aggravata per l’ingente importo del danno patrimoniale arrecato alla loro impresa".
«Le indagini - fanno sapere le Fiamme Gialle - hanno consentito di far luce su un articolato meccanismo fraudolento realizzato dagli amministratori falliti, finalizzato ad occultare ai creditori della loro impresa un complesso immobiliare di rilevante valore e, in tal modo, distrarre risorse finanziarie dalla società debitrice per oltre 22 milioni di euro».
A partire dal 2008, gli amministratori indagati avevano allacciato una serie di rapporti commerciali e finanziari tra numerose società, a loro stessi riconducibili, ma molte delle quali intestate a "teste di legno". I finanzieri del Nucleo polizia tributaria di Siena sono riusciti a dimostrare il legame tra tali imprese e l’esistenza di un vero e proprio "gruppo societario di fatto", riconducibile ai tre amministratori; tra tali imprese vi erano società con sede in paesi esteri a fiscalità agevolata (Lussemburgo e Delaware-Usa).
Le indagini hanno consentito di ricostruire: i movimenti finanziari non giustificati da ragioni economiche sottostanti, per oltre 5 milioni di euro in tre anni; concessioni di garanzie fidejussorie, a beneficio di società apparentemente terze, ma di fatto riconducibili ai medesimi imprenditori, per finanziamenti da queste richiesti a banche e mai restituiti; cessioni a società del gruppo, di beni immobili per circa 1,7 milioni di euro.
Pubblicato il 15 ottobre 2015