Siena, truffa da 138mila euro: false autocertificazioni per avere il reddito di cittadinanza

38 persone denunciate dai carabinieri

 SIENA
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I Carabinieri della Compagnia di Siena in sinergia con i militari dell’Arma del Nucleo CC Ispettorato del Lavoro hanno scoperto una truffa da oltre 130 mila di euro, denunciando a piede libero 36 stranieri e 2 italiani per false autocertificazioni, mediante le quali avrebbero ottenuto il reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: a Siena false autocertificazioni 

L’operazione investigativa è stata svolta d’iniziativa dai militari dell’Arma dei Carabinieri di Siena dal mese di ottobre scorso, attraverso controlli mirati su percettori del sussidio economico che, nella maggior parte dei casi, ammontava a circa 500 euro al mese, riuscendo così a ottenere indebitamente il sussidio a partire dal 2019. Si tratta soprattutto di cittadini stranieri che, per ottenere il beneficio, avrebbero dichiarato falsamente di essere in possesso dei requisiti richiesti. 

Truffa da oltre 130mila euro 

Gli esiti dei controlli, condotti incrociando le informazioni delle banche dati nella disponibilità degli investigatori, hanno portato ad appurare che molti cittadini stranieri avrebbero fatto ingresso in Italia soltanto pochi mesi prima rispetto al momento della verifica: ne è conseguito che i denunciati, per ottenere il Reddito di cittadinanza, avrebbero autocertificato falsamente di essere in possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo o di avere la residenza in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due continuativi

L’indagine ha permesso di appurare che gli indagati hanno ricevuto in questo modo oltre 130 mila euro complessivi. I soggetti, provenienti da Nord Africa, Africa sub-sahariana, Sud America, Sud-ovest dell’Asia e dai Paesi balcanici, oltre ad essere stati deferiti dai Carabinieri alla Procura della Repubblica di Siena per il reato di utilizzo di autocertificazione attestante falsità (come previsto dalla legge speciale art 7 co.1 DL. 4/2019), sono stati segnalati all’Inps, per l’attivazione delle procedure di revoca immediata del sussidio. Sarà poi compito dell’ente previdenziale avviare anche le procedure per il recupero delle somme erogate.  

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Pubblicato il 6 febbraio 2023

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