Storia e futuro della Pieve di Coiano, un punto di riferimento lungo la Francigena

La Pieve di Coiano si presenta oggi ben diversa da come i pellegrini la vedevano intorno all'anno Mille, essendo stata sottoposta nei secoli a vari interventi costruttivi

 
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Quasi “un punto sospeso tra due acque, due vallate, due paesaggi”. Un luogo di confine privilegiato da quale il pellegrino può cogliere appieno un panorama circolare di inaudita bellezza, sintesi perfetta del territorio della Valdelsa. E’ attraverso questo approccio, sorretto da rigore scientifico e allo stesso tempo in grado di richiamare in modo calzante il contesto storico naturalistico del paesaggio circostante, che Giulia Fornai inizia a parlare della Pieve di Coiano nel libro “Ad Limina Sancti Petri”, risultato della rielaborazione della sua tesi di laurea, che sarà presentato giovedì 4 ottobre (ore 18.00) nella Chiesa di Santa Barbara di Castelnuovo d’Elsa, in apertura del festival lungo la Via Francigena (4-7 ottobre).

Alla presentazione del volume, dopo i saluti del Sindaco, Alessio Falorni, interverranno i docenti Francesco Collotti e Riccardo Butini, dell’Università di Firenze (Dipartimento di Architettura DIDA), oltre naturalmente l’autrice, Giulia Fornai, la quale illustrerà l’ipotesi contenuta nel libro, ovvero un’idea di ampliamento e completamento della Pieve di Coiano.

Divenuta famosa grazie al fatto di essere una delle “soste” lungo la Via Francigena, citata da Sigerico nel suo diario (“Sce Peter Currant”), la Pieve di Coiano come si presenta attualmente è in effetti ben diversa da come i pellegrini la vedevano intorno all’anno Mille, essendo stata sottoposta nei secoli a vari interventi costruttivi di diversa e difficile datazione.

Di qui l’idea di completare l’area della Pieve attraverso una “compenetrazione di vecchio e di nuovo, che è prima di tutto ricucitura e ricostruzione". «L'intenzione della Curia, proprietaria del complesso – scrive Giulia Fornai - è tuttora quella di farne un centro spirituale lungo la via, stabilendovi un parroco e ricavando nei locali della canonica un centro di accoglienza per pellegrini: su questa proiezione condivisa si innesta la mia proposta”.

«Nel bel lavoro di Giulia Fornai - sottolinea il prof. Francesco Collotti - disegnato con tratto deciso e ombre forti, l’occasione di lavorare su uno dei tanti rami della Francigena si unisce alla riflessione sul completamento di un piccolo insediamento che sembra chiedere di essere completato a distanza di tanti secoli. La chiusura di una corte intorno alla Pieve sembra un gesto spontaneo e antico. Lo spazio contenuto si fa loggia e lastricato, occasione per dar rifugio a contemporanei viandanti e posare lo sguardo su spazi raccolti e tranquillizzanti, dopo il viaggio in campo aperto. La Via Francigena è l’esperienza di questo nostro territorio, attraversato da migrazioni di genti e spostamenti di popoli che vi han trovato temporaneo albergo per una notte o ostello per tanti giorni».

Pubblicato il 28 settembre 2018

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