Svastica sulla lapide di Aladino Bartaloni a Castelfiorentino. Falorni: «Uno sfregio alla nostra memoria»

«Questa è la vergogna che oggi abbiamo trovato sulla lapide di Aladino Bartaloni, ventenne impiccato dai nazisti - commenta sui social il sindaco Alessio Falorni -. È una delle lapidi sulle quali portiamo le corone di alloro il 25 aprile, uno dei monumenti laici sui quali si fonda la nostra memoria e il nostro senso di coesione»

 
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La lapide dedicata ad Aladino Bartaloni che si trova a Granaiolo, nel comune di Castelfiorentino, è stata sfregiata con una svastica. «Questa è la vergogna che oggi abbiamo trovato sulla lapide di Aladino Bartaloni, ventenne impiccato dai nazisti - commenta sui social il sindaco Alessio Falorni -. È una delle lapidi sulle quali portiamo le corone di alloro il 25 aprile, uno dei monumenti laici sui quali si fonda la nostra memoria e il nostro senso di coesione».

«Non è la prima volta - scrive - che accade una cosa del genere nelle nostre zone in questo periodo; anzi, questa è solo l'ultima di una serie di sfregi con il segno del nazismo fatti a luoghi storici, simboli della cittadinanza, e istituzioni». Come non ricordare infatti lo stesso simbolo impresso sulla targa del monumento all'ex vetreria Taddei di Empoli, la ciminiera che ricorda i 55 deportati empolesi nei campi di sterminio e di concentramento nazi-fascisti (ne avevamo parlato qui). Per non parlare delle gravi minacce subite dal sindaco empolese Brenda Barnini, con tanto di proiettili e lettera anonima.

«Da una parte della politica - conclude Falorni -, quella che queste cose le spaccia per bravate, invocando il "benaltrismo" ("ci son cose più importanti da fare che combattere il fascismo"), attendiamo le solite dichiarazioni che minimizzano. Personalmente, vi dico che invece lo capiamo bene, il tentativo in corso. Che è quello di riportare in vita ideologie morte, ma in un modo più subdolo, senza citarle mai direttamente e sfruttando la rabbia della gente, utilizzandola per giustificare tutto, anche ciò che è ingiustificabile. Castello invece non giustifica questi attacchi alla sua storia. Non li tollereremo, perché questi sono sfregi espliciti alla nostra memoria, e ai nostri sentimenti più autentici. Quelli sui quali abbiamo costruito la nostra comunità. Castello non giustifica e non dimentica. E io, che sono il Sindaco di questo paese, lo dico agli autori di questa ferita, nel modo più limpido di cui sono capace. Non passerete. Mai».

Per descrivere chi era Aladino Bartaloni riportiamo di seguito un estratto dal racconto di Ermanno Rosselli, all'epoca abitante alla Fattoria di Granaiolo:

Nel giugno del 1944 una brigata partigiana, proveniente da Montecatini, spara su un sidecar tedesco nella zona di Coiano. Nello scontro, probabilmente lo stesso in cui muore Mario Bistichini, pistoiese, il conducente del sidecar viene ucciso. Dalla fattoria di Granaiolo, dove c'è il comando tedesco, partono i rastrellamenti. Un ragazzo di nemmeno venti anni, Aladino Bartaloni, bracciante, sta tornando dal lavoro dalla fattoria di Coiano verso la sua casa in Val d'Orlo; mentre attraversa il bosco incrocia i tedesci che stanno facendo il rastrellamento, viene catturato e portato al comando, a Granaiolo, viene interrogato ma non può giustificarsi perchè dalla paura ha perso la parola. E' accusato di portare con se una pistola di fabbricazione inglese, intercede per lui il marchese Pucci, garantendo che si tratta solo di un bracciante senza alcun legame con i partigiani. Dopo due giorni Aladino viene impiccato ad un palo da luce di fronte al cancello della villa di Granaiolo al vecchio incrocio tra la provinciale per Castelnuovo e la statale. Rimane lì per diverso tempo, piantonato dai tedeschi insieme ad un cartello con la scritta " per aver sparato sulle truppe tedesche". Nella campagna ordinata del tempo la figura del giovane impiccato era ben visibile anche da Castelnuovo. Il guardiacaccia si mette davanti al ponte di Granaiolo, demolito dalle mine, impedendo alla madre ed ai fratelli minori di arrivare all'incrocio, dove avrebbero fatto la stessa fine. 

Arriva ben presto la solidarietà dell'Empolese Valdelsa. «E' ben più di un atto di vandalismo - dichiara Francesca Paolieri, consigliera della Città Metropolitana di Firenze -. E' un'offesa alla memoria comune e un inneggiare vergognoso al punto più basso della storia umana, qual è stato il nazismo con la Shoah e le uccisioni indiscriminate di tante gente innocente e resistente. Esprime visibilmente cosa accade quando si lasciano passare per ragazzate gesti di questo tipo e i messaggi che evocano. Esprimiamo solidarietà al Sindaco e alla comunità civica di Castelfiorentino e ci attendiamo che lo facciano tutte, ma proprio tutte, le forze politiche».



Pubblicato il 21 febbraio 2018

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