Turismo post Covid-19: intervista al direttore scientifico del CST Firenze Alessandro Tortelli

Il quadro generale antecedente la pandemia e la situazione attuale, le stime, il "made in Italy", i provvedimenti del Governo, le iniziative formative, gli ambiti territoriali omogenei, i consigli del CST Firenze

 TOSCANA
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Innanzitutto, cosa è e cosa fa il Centro Studi Turistici?

A. T.: “Il Centro Studi Turistici di Firenze è nato nel 1975 per occuparsi a tempo pieno del settore del turismo, dalle attività di studio alla formazione degli operatori e, nello stesso tempo, per fornire consulenza al settore pubblico e privato. I nostri interlocutori sono tutti coloro che operano nel settore del turismo, dagli Enti Pubblici, alle associazioni di categoria, alle aziende turistiche. I servizi che offriamo sono vari e diversificati a seconda delle esigenze ma possono riassumersi in quattro grandi settori: ricerca, formazione, servizi e consulenza”.

Qual’era il quadro generale antecedente alla pandemia?

A.T. “Fino a pochi mesi fa il settore del turismo era in piena crescita: secondo i dati UNWTO nel 2019 gli arrivi di turisti internazionali erano stati 1.5 miliardi, in crescita del +4% rispetto al 2018. Anche in Italia il 2019 era stato un buon anno anche se con un lieve calo rispetto al 2018, anno record con 428 mln. di presenze. Le problematiche non mancavano ma riguardavano soprattutto la gestione dei flussi in particolare nelle principali città d'arte, il cosidetto overtourism”.

Quali sono le stime sul turismo e settori ad esso che il coronavirus ha prodotto e produrrà nel breve e medio periodo?

A.T: Quantificare l’impatto del Covid-19 sul sistema turistico nazionale non è un esercizio semplice, in quanto un conto sono le aspettative per il superamento dell’emergenza sanitaria, un conto invece la mancanza di certezze sull’andamento della pandemia, le preoccupazione del mondo scientifico per eventuali nuove ondate di contagi, l’ipotesi di dover convivere con il Coronavirus fino alla scoperta di un vaccino, gli effetti psicologici e i cambiamenti comportamentali che emergeranno nei prossimi mesi e, infine, la capacità dei singoli Paesi di far ripartire in tempi ragionevoli le attività produttive. 

Sarebbero queste ora le informazioni che aiuterebbero ad elaborare stime attendibili su quanto sta accadendo e su quello che accadrà.

 “Al momento il turismo è fermo in tutto il mondo, dato che ci troviamo ancora in fase di emergenza e le situazioni sono diverse da paese a paese. Per quanto riguarda l'Italia, fino a quando permarranno le misure di quarantene nessuno può viaggiare: occorrerà capire quando sarà possibile tornare a muoversi e soprattutto con che modalità. Le prospettive a livello internazionale e locale sembrano comunque mostrare una ripresa del turismo non prima dei mesi autunnali. Per un ritorno a dati pre-Covid invece serviranno almeno due anni”.

Il brand “made in Italy” e più in generale il brand “Italia” nel mondo, come è percepito adesso?

A.T.: “La percezione del “made in Italy” non è cambiata in generale ma purtroppo siamo stati il paese in Europa che ha risentito per primo dell'impatto del Covid 19 e questo ci ha sicuramente penalizzati. La gestione dell'emergenza però è stata accurata fin dall'inizio e sia l'OMS che l'Europa hanno riconosciuto i meriti al nostro paese. Adesso dobbiamo organizzare presto e bene la fase della ripartenza per mostrare al mondo che l'Italia è un paese sicuro e accogliente”.

Quali sono i provvedimenti fatti dal Governo. Cosa è stato fatto in termini di aiuti al settore?

A.T: “Il Governo si è mosso con primi provvedimenti generali nel mese di marzo, in particolare estendendo gli ammortizzatori sociali, le indennità straordinarie e i voucher al settore del turismo. Al momento Mibact sta lavorando a nuove misure da inserire nel decreto di aprile, specifiche per il settore: tra le misure in discussione il bonus vacanze e le iniziative per favorire le riaperture. Si valuta anche la costituzione di un Fondo speciale europeo per il turismo e il tema delle mancate entrate dalla tassa di soggiorno.

Qual’ è l’umore e cosa chiedono le associazioni di categoria?

A.T: “Le associazioni hanno considerato i primi provvedimenti di marzo un inizio ma adesso c'è bisogno di misure specifiche a sostegno del comparto. Quella che stiamo vivendo è la peggiore crisi del turismo dal dopoguerra, una situazione del tutto imprevista che deve essere affrontata con strumenti specifici. Diventerebbe importante predisporre un piano nazionale di salvataggio del settore”.

Ci sono iniziative formative per supportare gli operatori in questo momento?

A.T.: “Sono state tante le iniziative formative organizzate da pubblico e privato e dedicate agli operatori proprio per aiutarli a preparare la ripartenza e a cercare di capire dove stiamo andando. Toscana Promozione Turistica, ad esempio, ha organizzato dalla metà di marzo webinar gratuiti su vari argomenti rivolti agli operatori. Gli appuntamenti avrebbero dovuto chiudersi il 16 aprile ma sono stati prolungati. Anche Destination FCB ha organizzato webinar dedicati ai vari settori del turismo, dal Mice al Leisure al Wedding, mentre una figura autorevole come Roberta Garibaldi ha messo a disposizione gratuitamente conversazioni sul tema del turismo enogastronomico.

Lei ha paragonato il covid 19 a “un vero e proprio tsunami per il mondo del turismo come lo conosciamo e niente sarà più come prima. Per questo è importante che tutti siano pronti a ripartire quando l’emergenza finirà, dal Governo, a Enit, alle regioni, alle associazioni di categoria fino ai singoli operatori: ognuno deve essere pronto a fare la propria parte per rimettere in piedi il settore”. Cosa si auspica che succeda per risollevare quanto prima questo cruciale settore per l’economia italiana?

A.T:  “Non illudiamoci: la ripresa sarà lenta e per niente facile. Tutti i comparti del turismo al momento sono in ginocchio e non è detto che tutti gli operatori riescano a ripartire. Sicuramente ci sarà bisogno di un notevole sostegno pubblico al settore, un vero e proprio piano nazionale di salvataggio del settore, per compensare le perdite subite in questi mesi e nelle settimane che verranno. Dall'altra parte però è necessario iniziare a pianificare anche gli step della ripartenza per farsi trovare pronti e non regalare ad altre destinazioni tempo prezioso.

La Regione Toscana ha lavorato molto sulla nuova legge sul turismo con la costituzione degli ambiti territoriali omogenei, ci racconta cosa sono?

A.T.: “L'obiettivo delle legge regionale sul turismo della Regione Toscana era quello di coinvolgere direttamente i territori nell'organizzazione e gestione del turismo. Gli ambiti turistici omogenei rappresentano uno degli strumenti fondamentali, insieme ai prodotti Turistici Omogenei. In particolare gli ambiti sono raggruppamenti di comuni confinanti che dovranno gestire in collaborazione l'informazione e accoglienza turistica, oltre alla organizzazione del prodotto turistico e la promo-commercializzazione dei prodotti turistici territoriali  in stretta collaborazione con Toscana Promozione Turistica.

Ritiene che sia auspicabile e realizzabile una sinergia di rete per aiutare la ripartenza?

A.T: “La sinergia sarà fondamentale per ripartire, sia tra pubblico e privato, che tra i singoli operatori. In questo la nuova legge regionale sul turismo può aiutare perchè ci ha dotato di strumenti adatti a fare sinergia. Non è stato facile metterli in piedi in questi due anni ma adesso siamo pronti per renderli operativi”.

Qualche consiglio agli operatori turistici?

A.T: “Essere di supporto alle destinazioni, agli operatori significa prima di tutto comprendere le loro difficoltà e sostenerli nell’aiutarli a superarle. Oggi più che mai abbiamo bisogno che tutti si sentano seguiti, sostenuti, compresi. Il turismo ripartirà, non sappiamo come e soprattutto quando, ma ripartirà. L'unico consiglio che mi sento di dare agli operatori turistici in questo momento è di sfruttare questa pausa forzata per valutare il proprio assetto economico e iniziare ad impostare un piano di ripresa. E' piuttosto probabile che dovremo convivere a lungo con questo virus e che quindi dovremo modificare molte abitudini: gli operatori possono intanto iniziare ad organizzarsi, partendo dal presupposto che, quando ripartirà, il turismo sarà in prevalenza nazionale e di prossimità e che il turista valuterà come prioritario il fattore della sicurezza sanitaria. Tutti insieme: #TUSCANYTOGETHER diamogli un significato ancora più concreto, questo è il momento. Distanti ma vicini per un obiettivo comune: la Toscana al top che riparte dall’ospitalità e dai toscani”.

Si ringrazia Alessandro Tortelli per il tempo dedicatoci.
Sara Balugani


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Pubblicato il 21 aprile 2020

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