Come cambierà il mondo del vino dopo il covid-19, intervista a Federico Minghi

Abbiamo intervistato il "vignaiolo creativo" Federico Minghi, grande amante e conoscitore delle terre della Toscana, per fare un quadro sulla situazione attuale del settore vinicolo e turistico ad esso correlato

 UN CAFFÈ CON VAL D'ELSA.NET
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Di seguito riportiamo alcuni stralci salienti, dell’interessante intervista che ci ha rilasciato.

“Sono partito da alcuni dati: Il fatturato degli alberghi in Italia è circa 20 miliardi all’ anno, alberghi e ristorazione sono settori strettamente legati al mondo del vino, il trend rispetto al 2018 era estremamente positivo, si ha la percezione che il nostro mercato sia contingentato dal target estero, in realtà non è così, questi dati ci dicono che più o meno il 45-50% sono italiani, ciò ci deve far riflettere nel proseguo dell’analisi concreta.In particolare il settore vinicolo, ha 23.000 aziende vinicole e 60.000 ettari coltivati a vigneto, con il 92 % di questi sono vini DOC e DOCG. Grandi vini con un’assoluta importanza sul mercato”.

“I canali di vendita sono diversi: si va dai bar, ristoranti, hotel, enoteche, alla g.d.o., all’export e la vendita diretta, chiaramente tutti, a parte uno, hanno subito una inflessione dovuta alla impossibilità di circolazione delle persone. L’ unico che è cresciuto a ritmi incredibili in questi due mesi è l’on-line, il mondo dell’e-commerce. Però bisogna tener presente che parte da una quota di mercato molto bassa, è l’1% delle vendite complessive e non riesce quindi a sopperire il tracollo che hanno avuto gli altri canali.

“La vendita diretta era marginale rispetto al totale ma era importante, serviva per far conoscere alle persone da dove viene quell’elisir magico dentro la bottiglia che loro stanno bevendo. Qui ci ricolleghiamo e-commerce, il poter conoscere l’azienda oggi va portato online: uniamo l’opportunità della vendita online all’ impossibilità di potersi spostare. Occorre fare quello che da tanto ci dicono gli esperti, storytelling, cioè far vedere i volti di chi ci lavora materialmente, come si produce un vino, cosa succede nei passaggi della vigna , far vedere tramite foto e video , soprattutto fare emozionare il consumatore finale; l’ e-commerce non è posizionare la bottiglia del vino sulla piattaforma e basta, è far emozionare, raccontare una storia, e oggi più che mai le persone hanno necessità di questo”.

“Il vino fa da padrone in quanto a fatturato e notorietà, ma penso anche all’ olio. Da noi gli olivi sono in questi gradoni stretti, non hai quindi la possibilità di fare la raccolta meccanica, per far capire ed apprezzare i prodotti eccezionali che noi abbiamo, come anche il tartufo, non mi stancherò mai di dirlo, va fatto tramite video che sappiano passane la bellezza e valorizzarli. I volti, le mani dei piccoli, medi produttori che lavarono nelle vigne e nei campi, che si raccontano, sono la cosa che funziona meglio al mondo”.

“I voli intercontinentali sono ancora un’ipotesi lontana i primi a ripartire saranno probabilmente gli spostamenti interni, la Toscana sarà una tra le prime mete per il mercato interno, per la qualità della vita e dei prodotti, dobbiamo essere bravi a comunicarlo, con messaggi vivi e veri, non costruiti”.

Sara Balugani

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Pubblicato il 22 aprile 2020

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