Verso il nuovo Decreto Draghi: cosa chiedono le Regioni al governo

Ieri l'incontro tra i Presidenti di regione e il governo ha fatto chiarezza sulle richieste da parte dei governatori in attesa del nuovo consiglio dei ministri

 TOSCANA
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Misure di tipo sanitario affiancate a quelle di ristoro economico, è questa la strategia del governo Draghi per i prossimi Dpcm. I provvedimenti di apertura e chiusura delle attività saranno decisi e comunicati almeno una settimana prima dell’entrata in vigore, dopo aver ascoltato i pareri di Regioni e Parlamento. L’Italia continuerà a essere “a colori”, ma i parametri per stabilire il livello di rischio potrebbero essere modificati già dal prossimo Dpcm emanato dal nuovo Consiglio dei Ministri. Dove sono presenti focolai causati dalle varianti del virus si stabiliranno zone rosse.

Toscana: Il presidente Giani ha chiesto maggiori vaccini e indennizzi alle attività colpite dalle restrizioni. Revisione e semplificazione dei tempi e parametri delle fasce a rischio. “Dobbiamo fermare il contagio e risollevare l’economia, presto!”, ha esclamato Giani.

Spostamenti tra le Regioni: Il divieto di spostamento tra Regioni durerà ancora fino al 27 marzo. L’esecutivo comincerà a mettere a punto l’elenco delle nuove regole operative dal 6 marzo: “Ci muoveremo in sintonia con gli altri Paesi”, ha dichiarato il premier Draghi.

Bar e ristoranti: L’indice di contagio è in crescendo ed è difficile ipotizzare un allentamento delle misure restrittive. In particolare l’apertura serale per bar e ristoranti, per il Comitato Tecnico Scientifico sarebbe una mossa azzardata in quanto ciò favorisce una maggiore circolazione delle persone. Entro la fine di questa settimana si valuterà se ci sono zone del Paese dove è possibile pensare a una riapertura graduale di alcune attività.

Chiusure differenziate: Nel documento approvato all’unanimità dai governatori e inviato al governo, si chiede una revisione dei parametri e del sistema delle zone. Ma anche nuovi protocolli che possano individuare i settori da far ripartire e quelli che devono seguire limitazioni per determinati contesti territoriali. In sintesi dove l’indice Rt è più basso si può pensare di aprire e ripartire, dove è più alto si dovrà ancora aspettare. Il ministro della salute Speranza, tuttavia, non arretra: “La linea del rigore deve essere confermata, l’incidenza delle varianti è ancora pesante”.

Scuole: Per quanto riguarda le scuole e le università, i governatori chiedono una nuova organizzazione che veda il reale livello di rischio. Inoltre vogliono implementare le forme di congedo parentale, fornire ulteriori risorse economiche ai genitori in caso di chiusure degli istituti di istruzione.

Risarcimenti: Il tema dei ristori è uno dei punti più discussi dai presidenti di Regione. Il Premier ha voluto rassicurare la propria compagine, ampliando la cabina di regia ai ministri economici, in modo da valutare la ricaduta dei provvedimenti dal punto di vista finanziario. I governatori chiedono che lo Stato possa garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi a livello nazionale che regionale. Nei mesi scorsi è accaduto che qualche amministratore locale e gli stessi presidenti regionali, abbiano ritardato o evitato chiusure per non essere poi chiamati a risarcire le attività. In conclusione c’è bisogno di una maggiore chiarezza su chi deve risarcire il cittadino, se lo Stato o la Regione.

Comitato tecnico scientifico: Ci saranno modifiche al Cts, il numero dei componenti diminuirà. I governatori chiedono che gli esperti debbano parlare con una unica voce, come è accaduto negli Stati Uniti con la presenza dell’immunologo Anthony Fauci.

(Fonte Corriere.it)

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Pubblicato il 22 febbraio 2021

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